I mercati cambiano e quelli delle materie prime negli ultimi mesi sono decisamente cambiati. Nessuna sorpresa visto che le commodities sono per eccellenza mercati ciclici dove, dopo l’espansione, c’è sempre la contrazione.
Pessimismo diffuso per i metalli industriali
Naturalmente, la cosa riguarda da vicino anche i metalli di base, dove il sentiment rimane negativo. Lo si vede molto bene dai comportamenti degli speculatori che hanno aumentato le posizioni short nette (in altre parole vendono) sul rame al COMEX per la terza settimana consecutiva.
Caso a parte tra i metalli preziosi quello del platino. Il World Platinum Investment Council prevede che il deficit del mercato del platino si allarghi a 983.0000 once nel 2023 a seguito della maggiore domanda da parte del settore automobilistico e per le limitate forniture dal Sudafrica. Fa impressione la grande differenza con le stime precedentemente rilasciate, che indicavano un deficit per quest’anno di 556.000 once.
Anche il mercato dell’energia è preoccupato per la crisi della domanda
Ma quando si parla di materie prime non si fa riferimento soltanto ai metalli, ma anche a mercati molto più grandi come quello petrolifero, dove da ormai quattro settimane i prezzi stanno scendendo. Il Brent è andato sotto i 75 dollari al barile, mentre il WTI sotto i 70 (negli ultimi giorni hanno recuperato qualcosa).
Il mercato è molto preoccupato per la crisi della domanda, mentre le incertezze che riguardano il tetto del debito statunitense non aiutano certo a migliorare le cose.
Nonostante le roboanti parole di alcuni politici, l’imminente G7 di Hiroshima, che ha l’energia all’ordine del giorno, non dovrebbe cambiare le prospettive fondamentali per il mercato energetico. Infatti, l’Unione Europea (UE) e gli Stati Uniti stanno cercando di vietare l’importazione di gas attraverso i gasdotti che la Russia ha già bloccato. Una decisione simbolica e totalmente ininfluente per i flussi a breve termine.
Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha interrotto quasi tutti i flussi di gas tramite gasdotto verso la UE, ad eccezione di quelli che attraversano l’Ucraina e del TurkStream. I flussi giornalieri di gas russo sono attualmente in calo di circa l’85% rispetto allo stesso periodo del 2021. Dato che i prezzi del gas in Europa sono scesi di oltre il 50% quest’anno e che lo stoccaggio di gas della UE è pieno per oltre il 60%, i politici europei si sentono tranquilli sul fatto che l’imposizione di un divieto di importazione di gas dalla Russia non avrà conseguenze negative oltre a quelle ormai già registrate.
Prezzi delle commodities agricole previsti in calo per la crescita dell’offerta
Infine, qualche dato sul mercato globale dell’agricoltura, grazie agli ultimi dati pubblicati dallo United States Department of Agriculture (USDA).
Nel mondo, la produzione mondiale di mais raggiungerà 1,22 miliardi di tonnellate nel 2023/24, con un aumento del 6% su base annua. L’offerta aumenterà nella UE, negli Stati Uniti e in Argentina, che più che compenseranno le perdite produttive in Ucraina e in Brasile.
Anche la produzione mondiale di soia aumenterà (+11%), raggiungendo 410,6 milioni di tonnellate annue. I paesi che contribuiranno a questa crescita sono l’Argentina, il Brasile, gli Stati Uniti e il Paraguay.
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