A marzo il rame scende. È la premessa della guerra commerciale USA-Cina?

Il mercato non ricordava il tempo di una discesa. Ma a marzo, i prezzi del metallo rosso hanno puntato verso il basso, sia al London Metal Exchange (LME) che allo Shanghai Futures Exchange (SHFE).

Lo scorso anno per il rame è stato un anno di crescita, così come per buona parte dell’economia mondiale. Non per nulla, il soprannome del metallo è Dr. Copper, visto che è un quasi infallibile indicatore generale della salute economica globale.

A dicembre 2017 il rame valeva più di 7.200 dollari a tonnellata presso il London Metal Exchange (LME), con un rialzo annuo del 28%. Ma, da allora, è crollato.

A fine marzo, le quotazioni sono arrivate a 6.683 dollari, segnando un calo del 6,6% rispetto alla fine dello scorso anno. Ma, solo una settimana prima, i prezzi avevano addirittura toccato il minimo di 6.499 dollari.

Prezzi tornati con i piedi per terra

Una discesa che non ha nulla a che vedere con il dollaro americano, tipicamente inversamente correlato con i metalli di base come il rame. Infatti, a marzo, il dollaro è rimasto abbastanza stabile. Ma, sul fronte dell’offerta, la miniera di Los Pelambres (Cile) della Antofagasta, come ha riportato il Financial Times, è riuscita a scongiurare uno sciopero che avrebbe interrotto la produzione. Un episodio di non poco conto visto l’importanza della miniera, che lo scorso anno ha prodotto 356.000 tonnellate di rame.

Anche sul mercato cinese il rame ha subito una discesa. Secondo Reuters, i prezzi al Shanghai Futures Exchange (SHFE) sono scesi del 5,8% nel mese di marzo, registrando il maggior calo trimestrale dal 2013.

Venti di una guerra commerciale

Tutti i mercati sono stati influenzati dall’annuncio di Donald Trump, alla fine di febbraio, in merito alle indagini delle autorità americane sulle presunte pratiche commerciali sleali e sul furto di proprietà intellettuale da parte della Cina. Lo stesso annuncio paventava la possibilità di dazi sulle merci cinesi per 60 miliardi di dollari.

Ovviamente, la cosa ha subito spaventato i mercati, anche se resta ancora da vedere quale sarà l’impatto a lungo termine. Di certo, bisognerà aspettare che gli Stati Uniti prendano una decisione definitiva a riguardo. D’altro canto, il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato che non vuole una guerra commerciale con gli americani, ma non ne ha comunque paura.

Di certo, se la guerra commerciale ci sarà, i metalli subiranno pesanti conseguenze, con il rame in prima fila. I mercati incrociano le dita per scaramanzia, ma le preoccupazioni continuano a crescere…

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED