Il mercato del vanadio alla ricerca di nuove fonti

La concentrazione geografica del vanadio preoccupa i produttori che dipendono quasi totalmente dalle forniture dal Sud Africa, Russia e Cina.

Le agitazioni sindacali in Sud Africa hanno sollevato forti preoccupazioni, soprattutto sul mercato del platino che è stato colpito da tagli della produzione con il conseguente innalzamento delle quotazioni che, nel mese di gennaio, hanno superato anche quelle dell’oro.

Ma la riduzione dei livelli produttivi in Sud Africa ha colpito anche il vanadio.

Il più grande produttore mondiale di vanadio, la Evraz, ha rivelato che gli scioperi in corso nel paese hanno portato alla riduzione della produzione del 21% per quanto riguarda le nocelle e del 13% per il ferro-vanadio. L’interruzione della produzione di vanadio puro colpirà anche la produzione di prodotti chimici collegati, soprattutto nel corso del primo trimestre di quest’anno.

Fortunatamente per l’azienda, l’impatto negativo degli impianti sudafricani è stato in parte compensato dalla crescita della produzione negli impianti dislocati in Russia.

Il Sud Africa contribuisce alla produzione mondiale di vanadio per circa un terzo del totale. Gli altri paesi che completano la produzione mondiale sono la Russia e la Cina. Le tre nazioni insieme controllano più del 97% della produzione globale, rendendo il vanadio un metallo addirittura più geograficamente concentrato del platino.

In una situazione del genere, le principali società minerarie stanno domandandosi dove poter trovare questo metallo in altre zone del mondo. I geologi stanno valutando la possibilità di nuovi siti produttivi in nazioni come l’Australia, il Brasile, gli Stati Uniti e la Svezia.

Gli sconvolgimenti in Sud Africa per il mercato del vanadio, stanno portando ad una forte contrazione dell’offerta di metallo ma gli aumenti di prezzi conseguenti potrebbero stimolare progressi tecnologici per l’estrazione mineraria da nuovi depositi nel pianeta.

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