6 lezioni dal futuro

Stiamo attraversando l’epoca della seconda rivoluzione dell’informazione e, come il futurista Wolfgang Grulke prevede, ci attende un’era dove non è più possibile imparare dall’esperienza ma diventa essenziale imparare dal futuro.

Immaginare il futuro è molto facile, prevederlo è assai più difficile. Ma all’inizio di questo secolo c’è stato un futurista sudafricano, poco conosciuto in Italia, che con le sue idee ha influenzato molti intellettuali e pensatori, anticipando molte tendenze degli anni successivi. 

Wolfgang Grulke, scrisse nel 1999 un libro (“Dieci lezioni dal futuro“) che conteneva dieci scenari per il futuro, molti dei quali si sono già verificati, mentre altri potrebbero verificarsi nei prossimi anni. Sono scenari che, oltre a dare una chiave di lettura del presente, offrono una visione a lungo termine per aiutare a scegliere la strada migliore da intraprendere.

  1. Arriverà un’era senza tempo e senza luogo – Per Grulke, internet avrebbe portato ad annullare la dimensione temporale e spaziale, potendo rimanere in contatto con i propri clienti, potenziali e non, ovunque e in ogni momento. Quasi impossibile soddisfare le esigenze dei propri clienti senza processi automatizzati.
  2. Il successo abbraccerà le nicchie – La strategia migliore è quella di non competere. Infatti è molto più economico costruire nuove opportunità in settori a bassa, o nulla, concorrenza che combattere contro i concorrenti.
  3. L’innovazione arriverà dall’ignoto – Secondo Grulke, sarebbe stato vincente abbandonare le catene del passato per abbracciare l’incertezza, dal momento che le possibilità di essere innovativi arrivano proprio dall’ignoto. Soltanto così è possibile battere i concorrenti e saltare in un futuro migliore.
  4. Trionferanno i comportamenti non-lineari – Mentre le aziende dell’era industriale facevano di tutto per evitare i rischi, le imprese di successo del nuovo millennio sarebbero uscite dal loro guscio per abbracciare i rischi. In altre parole, le aziende che avrebbero attratto più investitori sarebbero state quelle in cammino sulla linea sottile che sepata le certezze dal caos biologico. Aziende in grado di rispondere rapidamente a tutti i cambiamenti del mercato, in grado di crescere anche in un ambiente caratterizzato da fenomeni di “Butterfly Effect” (il trader che starnutisce alla sua scrivania a Singapore e provoca una valanga di vendite a New York il giorno dopo).
  5. Si affermerà la condivisione della leadership Grulke pensava che tutte le organizzazioni sarebbero diventate sempre più simili a dei frattali naturali, dove i singoli individui avrebbero assunto la leadership per determinare la direzione e la velocità della società. Un caos positivo che avrebbe generato cambiamenti non strutturati e imprevedibili, investendo sia l’economia che la politica. Le aziende avrebbero cambiato il loro stile di gestione, emancipando i più giovani per metterli in grado di prendere decisioni importanti per il business aziendale.
  6. Le competenze avranno la meglio sulle conoscenze – Non è importante quello che si sa, ma quello che si può fare con quello che si sa. La chiave è che abbiamo bisogno di trasformare le conoscenze in competenze per le quali il mercato è disposto a pagare qualcosa. Se paragoniamo agli stipendi del mondo accademico con quelli del settore privato, capiamo meglio il significato di questa previsione, diventata ormai una realtà.

Come scriveva Russell Ackoff “con la comprensione è possibile progettare e creare il futuro” o, in altri termini, esiste la possibilità per gli individui e per le organizzazioni di arrivare al successo attraverso la comprensione, la progettazione e la creazione. Come disse un famoso giocatore di hockey su ghiaccio canadese: “pattina dove il dischetto arriverà, non dove è già arrivato“.

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