L’Europa è alle prese con la discussione circa la ristrutturazione del debito della Grecia, cresciuto notevolmente dopo lo scoppio della crisi del 2008.
Le ultime elezione svoltasi nel paese hanno sancito la vittoria del partito che ha promesso di rinegoziare il debito per porre fine all’austerità che ha strangolato l’economia greca.
La Grecia è solo un esempio di un numero crescente di paesi il cui debito ha raggiunto livelli considerati da molti come insostenibili.
Per alcuni paesi la causa principale dell’alto livello di indebitamento è stato lo scoppio delle bolle finanziarie durante i primi anni 2000, che hanno lasciato i contribuenti con i debiti delle istituzioni finanziarie che, con speculazioni selvagge, avevano collezionato perdite multi-miliardarie. Per altri paesi, il debito è invece un problema che arriva da lontano, con radici che affondano in un passato coloniale o in tassi di interesse esorbitanti sui rimborsi del debito.
È interessante notare come, in termini monetari assoluti, gli Stati Uniti detengono il più alto livello di debito, così come la più grande economia del mondo. Ma per molti altri paesi il confronto tra produzione economica e debito rende del tutto evidente che gli oneri sul debito sono in realtà ben al di là dei loro mezzi.
La seguente classifica dei primi 12 paesi più indebitati del mondo si basa sul debito pubblico in percentuale sul PIL (Prodotto Interno Lordo).
- GIAPPONE. L’economia giapponese è quasi ferma dall’inizio degli anni ’90 e il suo debito è del 226% del PIL. Il governatore della banca centrale giapponese ha avvertito che i livelli estremi di debito del paese non sono sostenibili.
- ZIMBABWE. Il paese, da oltre 15 anni, è in ritardo nel ripagare il suo debito al Fondo Monetario Internazionale e, per questo motivo, non è più ritenuto ammissibile a ricevere altri fondi. Il suo debito pubblico è stimato al 202% del PIL.
- ST. KITTS AND NEVIS. Anche se la nazione caraibica ha un indebitamento complessivo di poco più di un miliardo di dollari, una somma relativamente piccola per gli standard internazionali, il fatto che la sua popolazione sia di soltanto 50.000 persone rende questo debito una cifra astronomica. Diversi fattori hanno contribuito al rapido aumento del debito del paese, compresi i costi di ricostruzione a seguito di vari uragani, il declino dell’industria dello zucchero e una contrazione del turismo. Il debito del paese è vicino al 200% del PIL.
- GRECIA. Dopo la crisi del 2008 l’economia greca è crollata sotto il peso dei miliardi da restituire all’Unione Europea, alla Banca Centrale Europea e a Fondo Monetario Internazionale (la cosiddetta troika). La sua economia è scesa del 25% negli ultimi sette anni e il suo debito è a oltre il 170% del PIL.
- LIBANO. Il debito del paese è esploso negli ultimi anni, principalmente a causa del rallentamento dell’economia. Nel 2013, per esempio, l’economia è cresciuta del 2% e il debito è aumentato del 10%. Il debito del paese è del 163% del PIL.
- ITALIA. Anche se il debito italiano è stato accumulato in diversi anni, il vero problema è sorto con la crisi economica del 2008. Da allora l’economia in Italia non si è più ripresa. È l’unico paese del G7 che non è ancora riuscito a tornare ai livelli ante-crisi. Dal momento che i creditori sono soprattutto interni al paese (soprattutto banche) e il principale debitore è lo Stato, c’è chi teme lo scoppio di una crisi bancaria se il governo italiano non fosse in grado di adempiere ai propri obblighi. Il debito totale del paese è di circa il 132% del PIL.
- PORTOGALLO. È stato il secondo paese europeo ad essere salvato da parte dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, dopo che il suo settore finanziario era sull’orlo di un collasso totale. Il suo debito è del 129% del PIL.
- GIAMAICA. Il problema del debito per il paese è di lunga data, ma ha ormai raggiunto un punto in cui il governo paga il doppio di interessi di quanto spende per la salute e per l’istruzione. La trappola del debito è scattata nel 1980, quando il Fondo Monetario Internazionale ha prestato il denaro che serviva al paese per le importazioni di beni di prima necessità, i cui prezzi avevano subito forti aumenti. Da allora, la situazione è diventata disastrosa, con tagli selvaggi alla spesa pubblica e un aumento drammatico della povertà. Nel 2013 il numero di donne che sono morte per parto sono quasi raddoppiate rispetto al 1990, mentre il numero di bambini che completano gli studi della scuola elementare è sceso di oltre il 25%. L’ultimo dato disponibile sul debito pubblico del paese riportava un 127,3% del PIL.
- IRLANDA. La crisi finanziaria del 2008 ha provocato l’espansione del debito pubblico, che prima di allora era relativamente basso. Il sistema finanziario del paese è virtualmente crollato e ha innescato un salvataggio delle banche organizzato dal governo che è costato svariati miliardi. Da allora il debito è stimato al 120% del PIL e i debitori sono la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale e altri creditori internazionali. Al paese sono stati concessi 30 anni di tempo per ripagare il suo debito.
- ISLANDA. L’economia dell’isola del nord Atlantico è crollata durante la crisi finanziaria del 2008, quando tutti e tre i suoi principali istituti bancari sono falliti. Lo Stato non aveva le risorse per un salvataggio completo e, per non fallire a sua volta, ha accettato un prestito, anche dal Fondo Monetario Internazionale, di oltre 5 miliardi di dollari, una somma enorme per un’economia il cui valore totale ammonta a circa 10 miliardi di dollari. Il debito è ancora al 119% del PIL.
- ERITREA. Il debito del paese ammontava nel 2012 al 118% del PIL e non sono disponibili dati più recenti a causa della segretezza imposta dal governo. Una parte significativa del debito è stata generata dalle spese militari, da quando l’Eritrea ha combattuto una guerra con l’Etiopia nel 1990.
- ANTIGUA E BARBUDA. Un’altra nazione caraibica che è stata costretta a chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale è Antigua e Barbuda, nel 2010, quando il debito totale del paese era al 130% del PIL e il paese era nel mezzo di una crisi che da tre anni aveva ridotto la produzione economica del paese. Secondo stime recenti il livello di indebitamento si è ridotto all’89%.
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