Il 2024 è stato un anno difficile per il settore dei metalli utilizzati nelle batterie (ma il crollo è cominciato nel 20233), in particolare per il litio, il nichel e il cobalto.
Dopo un periodo di ascesa vertiginosa dei prezzi, il mercato ha vissuto una caduta drastica, che ha avuto ripercussioni in tutta la filiera. Questi metalli, vitali per la produzione di batterie per veicoli elettrici (EV) e per il passaggio verso un futuro energetico più sostenibile, hanno visto sprofondare i prezzi come non si era mai visto prima, mettendo in crisi sia la domanda che l’offerta.
Le miniere costrette a tagliare la produzione e rinviare gli investimenti
La continua discesa dei prezzi ha colpito duramente i produttori. Nel corso del 2023 e del 2024, i costi dei metalli sono scesi vertiginosamente, con effetti lungo tutta la catena. Le miniere, che fino a poco tempo fa avevano cominciato ad espandersi per far fronte alla domanda di questi metalli cruciali, si sono trovate costrette a chiudere impianti e a rinviare progetti. Secondo Reuters, la curva dei costi è diventata insostenibile e la speranza di un guadagno rapido si è scontrata con una realtà ben diversa.
Il sogno di un futuro elettrico, tanto celebrato, ha preso una piega inaspettata. Le aspettative erano altissime: i veicoli elettrici avrebbero dovuto rappresentare il motore di una nuova era, ma la domanda non ha raggiunto i livelli attesi.
I consumatori non ne vogliono sapere di automobili completamente elettriche
Nonostante la continua crescita del mercato globale dei veicoli elettrici, con record di vendite in paesi come la Cina, i mercati occidentali sembrano non essere riusciti a decollare. Le vendite in Europa e negli Stati Uniti, infatti, sono rimaste indietro, con aumenti modesti rispetto agli anni precedenti. Il problema si è aggravato quando i sussidi, che avevano incentivato gli acquisti, sono stati ridotti o eliminati. In Germania, per esempio, le vendite di veicoli elettrici a energia nuova hanno subito un brusco calo dopo la fine dei sussidi a fine 2023.
Al di là delle difficoltà, osservando il mercato è venuta alla luce una dinamica inaspettata: i consumatori, specialmente in Cina, si sono orientati verso veicoli ibridi e ibridi plug-in, che richiedono batterie molto più piccole rispetto ai veicoli elettrici a batteria pura. Questi modelli, pur rappresentando una soluzione di transizione, riducono il fabbisogno di metalli come nichel, cobalto e manganese, mettendo sotto pressione un intero settore.
Eccesso di offerta di metalli per batterie
A peggiorare la situazione, l’eccesso di offerta di metalli. Le nuove capacità produttive, attivate proprio quando la domanda non era in grado di assorbire l’elevata produzione, hanno creato un surplus che ha ulteriormente spinto al ribasso i prezzi. Il nichel, il cobalto e il litio sono stati i principali protagonisti di questa crisi di sovrapproduzione. Basti pensare che, mentre la produzione di nichel in Indonesia è aumentata esponenzialmente grazie a tecnologie avanzate, la domanda di metallo è rimasta stagnante. Il risultato è stato un mercato saturo, dove i produttori cinesi, spesso integrati verticalmente, hanno potuto continuare la produzione nonostante i prezzi bassi, mentre i produttori occidentali si sono trovati in difficoltà.
Il mercato del cobalto ha vissuto una situazione simile, con il gigante cinese CMOC che ha aumentato notevolmente la produzione, nonostante il crollo dei prezzi, accumulando ingenti quantità senza che ciò avesse un impatto evidente sul mercato. Le previsioni non sono confortanti: l’offerta di metalli per batterie continuerà a superare la domanda, almeno fino al 2025, con un eccesso che rischia di diventare strutturale se la produzione non si allineerà meglio con le reali necessità.
Non ci sarà una ripresa dei prezzi nei prossimi anni
In un contesto di crisi, non sono mancate anche le tensioni geopolitiche. La Cina, attore dominante in tutti e tre i mercati dei metalli per batterie, ha attirato le ire degli Stati Uniti, che accusano i produttori cinesi di aver manipolato il mercato tramite politiche di dumping e sovrapproduzione. La concorrenza sleale, secondo il rapporto del Critical Minerals Policy Group, rischia di indebolire ulteriormente le economie occidentali, che vedono la necessità di aumentare la propria capacità produttiva di metalli strategici. Se dovessero essere introdotti dazi più alti, come minacciato da Donald Trump, si corre il rischio di una divisione globale del mercato, con una sfera di prezzi “cinesi” e una sfera “americana”.
Nel complesso, il settore dei metalli per batterie sta attraversando una delle sue crisi più gravi. Se non ci sarà una limitazione dell’offerta, o se la domanda non si stabilizzerà, è difficile prevedere una ripresa nei prossimi anni. Quello che sembrava un cammino verso un futuro elettrico radioso si è rivelato più accidentato e complicato di quanto molti avessero immaginato.
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