Prezzi dell’acciaio sul pavimento? Intanto, destocking a tutta forza

I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sul mercato europeo sono vicini al minimo? Potrebbero aumentare nel nuovo anno?

Questo periodo dell’anno è storicamente considerato molto tranquillo per la compravendita di acciaio ma, quest’anno, la debolezza della domanda e le importazioni a prezzi competitivi stanno penalizzando il mercato come non si vedeva da tempo.

Gioco forza che alcuni operatori di mercato si domandino se i prezzi siano ormai vicini ai minimi e se ci sia qualche motivo per credere in una crescita con l’inizio del nuovo anno.

Ad oggi, i prezzi dei coils (HRC) importati in Italia si avvicinano a 600 dollari per tonnellata, mentre i tempi di consegna sembrano sfiorare le 2 settimane. D’altronde gli acquirenti non hanno nessuna fretta di comprare visto il calo dei prezzi degli ultimi mesi (da aprile i prezzi si sono dimezzati). Il clima generale è negativo a causa di un contesto macroeconomico debole, di tassi di interesse in aumento e di un’inflazione che si pensa peserà sulla domanda di beni a base di acciaio.

Parola d’ordine: abbassare le scorte

Inoltre, l’attività di destocking, tipica di questo periodo dell’anno, procede a ritmi più rapidi del solito. Con tassi d’interesse crescenti e, quindi, un costo del capitale sempre maggiore, conviene abbassare i livelli delle scorte, tanto più che si avvicina la fine dell’anno.

Quindi, tutti questi fattori contribuiscono a schiacciare sul pavimento i prezzi dell’acciaio. Tuttavia, cosa succederà alla riapertura delle attività economiche nel nuovo anno?

Una ripresa dei prezzi nel 2023?

Secondo qualcuno potremmo assistere ad una ripresa dei prezzi, considerando che molte acciaierie hanno ridotto la produzione in risposta alla flessione della domanda. Secondo Argus, circa 18 milioni di tonnellate di coils laminati a caldo non sono stati prodotti in Europa a causa di queste limitazioni produttive.

Con il nuovo anno termina la cassa integrazione per l’industria automobilistica in Germania. Se il governo tedesco non dovesse rinnovarla, le case automobilistiche avrebbero maggiori incentivi economici per aumentare la loro produzione, con la necessità di maggiori quantità di acciaio rispetto ad oggi.

Anche in Cina l’economia pende dalle decisioni del governo centrale. Si spera che la politica zero-Covid possa essere allentata e che venga annunciato un nuovo programma di stimolo economico che consentirebbe al più grande paese produttore e consumatore di acciaio del mondo di sostenere il mercato globale.

Ma i produttori europei continueranno ad essere penalizzati dagli alti costi energetici

Comunque, per i produttori europei, il problema degli alti prezzi dell’energia continuerà a perseguitarli anche nel 2023. Per questa ragione, visto che la domanda interna rimarrà debole, non potranno sperare di esportare in modo redditizio l’acciaio in altri paesi.

Infatti, è praticamente impossibile che possano competere a livello di prezzo con i produttori extra-UE che godono di prezzi dell’energia più bassi e dell’assenza di tasse sulla CO2.

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