Secondo Goldman Sachs, il prezzo del petrolio greggio è destinato a calare nel prossimo anno, a causa di tutta una serie di fattori sfavorevoli.
Prezzi più bassi sia nel 2025 che nel 2026
La banca d’investimento americana prevede che il prezzo medio del Brent si attesterà a 76 dollari al barile nel 2025, in diminuzione rispetto alla media prevista di 80 dollari al barile nel 2024. Questo calo è dovuto ad un surplus previsto di 400.000 barili al giorno (bpd) che, nel 2026, dovrebbe crescere ulteriormente fino a 900.000 bpd.
Gli analisti di Goldman Sachs evidenziano che, nonostante l’elevata capacità inutilizzata possa limitare il rialzo dei prezzi, l’elasticità dei prezzi dell’OPEC e dell’offerta di petrolio da scisto contribuiranno a limitare il ribasso. Per il 2026 le previsioni indicano un prezzo medio del Brent a 71 dollari al barile, con un’offerta sufficiente e un’ampia capacità inutilizzata per i prossimi anni.
L’incognita delle sanzioni statunitensi sul petrolio dell’Iran
Se queste sono le previsioni a più lungo termine, Goldman Sachs non esclude la possibilità di un rialzo dei prezzi nel breve termine. Ciò potrebbe verificarsi se gli Stati Uniti dovessero imporre sanzioni più severe all’industria petrolifera dell’Iran. Gli analisti prevedono che, in tal caso, i prezzi del Brent potrebbero salire fino a 85 dollari al barile all’inizio del prossimo anno, soprattutto se la fornitura di petrolio dell’Iran dovesse diminuire di circa 1 milione di barili al giorno.
Il mercato del petrolio sembra dunque contrassegnato da grandi incertezze e da possibili oscillazioni dei prezzi, a causa di fattori geopolitici del tutto imprevedibili e dall’andamento altalenante della domanda e dell’offerta. È vero che il futuro è incerto per definizione, ma l’orizzonte che abbiamo davanti per quanto riguarda il mercato petrolifero è avvolto nel buio come non mai.
Oggi, 3 dicembre, il Brent quota 72,64 dollari al barile, mentre il WTI quota 68,93 dollari al barile.
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