L’oro tedesco negli Stati Uniti è al sicuro? La Germania pensa al rimpatrio

Le motivazioni storiche per cui la Germania ha deposita l’oro all’estero sono in discussione, con una crescente pressione affinché le riserve auree vengano riportate a Francoforte.

Per decenni, l’idea che le riserve auree della Germania (tra le più grandi al mondo) potessero non essere al sicuro nei caveau della Federal Reserve di New York sembrava confinata al mondo delle teorie del complotto. Tuttavia, con il mutare dello scenario politico a Washington e con le crescenti domande sulla reale disponibilità dell’oro custodito negli Stati Uniti, alcuni parlamentari tedeschi iniziano a chiedersi: il nostro oro è davvero al sicuro?

Un tesoro da 113 miliardi di euro

La Germania possiede la seconda riserva aurea più grande al mondo, superata solo dagli Stati Uniti. Circa il 37% di questo tesoro, pari a 1.236 tonnellate e con un valore attuale di circa 113 miliardi di euro, sarebbe custodito nei sotterranei della Federal Reserve a Manhattan. Per decenni, questa disposizione è stata considerata una garanzia di stabilità, offrendo alla Germania un accesso immediato alla liquidità in dollari in caso di crisi.

Ora, però, alcuni esponenti politici di Berlino iniziano a mettere in discussione questa scelta.

Poca trasparenza, mentre la fiducia vacilla

Alcuni deputati tedeschi hanno manifestato scetticismo sulla saggezza di tenere una parte così significativa della ricchezza nazionale all’estero, sollecitando la Bundesbank a una maggiore trasparenza o a rimpatriare le riserve.

Queste richieste emergono in un contesto di crescente sfiducia nelle istituzioni che hanno sostenuto la Germania nel dopoguerra. La recente decisione di superare il cosiddetto “freno al debito“, un tempo considerato intoccabile, dimostra una volontà di rivedere alcuni dogmi economici. Anche la logica dietro la custodia dell’oro tedesco a New York, un tempo considerata ovvia, è ora oggetto di dubbi.

Ad alimentare le speculazioni vi sono anche le dichiarazioni di Elon Musk e della comunità DOGE, che hanno sollevato dubbi sulla reale consistenza delle riserve auree statunitensi, chiedendo un audit ufficiale.

La risposta della Bundesbank

Per la Deutsche Bundesbank, responsabile della gestione delle riserve auree tedesche, ogni insinuazione di instabilità è vista con preoccupazione. La banca centrale ha mantenuto una posizione ferma e rassicurante.

Abbiamo un partner affidabile e degno di fiducia nella Fed di New York per la custodia delle nostre riserve auree“, ha dichiarato il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, durante una conferenza stampa a febbraio. “Non è una questione che mi toglie il sonno. Ho completa fiducia nei nostri colleghi della banca centrale americana“.

Parole rassicuranti, ma che ricordano un episodio non troppo lontano. Nel 2013, in un clima di crescente instabilità nella zona euro e sotto la pressione dell’opinione pubblica, la Bundesbank rimpatriò centinaia di tonnellate d’oro precedentemente custodite a Parigi. All’epoca, si giustificò la scelta sostenendo che, con la Francia e la Germania unite dall’euro, non vi era più una necessità strategica di mantenere l’oro nella capitale francese.

Oggi, più della metà dell’oro tedesco è custodito a Francoforte, mentre il 13% si trova a Londra. Ma è la quota detenuta a New York, un tempo simbolo della fiducia transatlantica, a destare le maggiori preoccupazioni.

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