Crollano i prezzi del petrolio. I fondi e i trader tagliano le scommesse al rialzo

I prezzi del petrolio continuano a scendere a causa delle persistenti preoccupazioni sulla domanda, mentre si diffonde il sentiment ribassista.

L’aumento dell’offerta globale di petrolio, combinato con una domanda più debole del previsto, ha portato a un crescente pessimismo tra i trader riguardo ai prezzi del petrolio. Questo sentimento negativo è stato ulteriormente alimentato dalla recente accelerazione delle vendite di contratti futures sul petrolio da parte di fondi speculativi.

All’inizio di questo mese, secondo Bloomberg, i gestori di fondi hanno ridotto la loro posizione netta lunga (cioè al rialzo) al livello più basso da quando le borse hanno iniziato a raccogliere questo tipo di dati nel 2011. Sembra proprio che i trader abbiano abbandonato le loro scommesse rialziste di inizio di luglio.

Prezzi ai livelli più bassi dell’anno

I prezzi del petrolio sono arrivati al loro livello più basso dell’anno. La prospettiva di un ritorno delle esportazioni di petrolio libico, insieme ai dati economici cinesi molto deboli e alle scarse prospettive di crescita economica, hanno pesato sul sentiment del mercato.

A contenere il ribasso dei prezzi è arrivata la decisione dell’OPEC+ di posticipare di due mesi l’aumento pianificato della produzione (da ottobre a dicembre). Tuttavia, ciò non è stato sufficiente ad invertire il sentimento ribassista del mercato e i prezzi sono scesi ulteriormente dopo l’annuncio.

Gli umori di mercato sono eccezionalmente ribassisti

La scorsa settimana, il greggio WTI ha registrato la sua peggiore performance settimanale da ottobre 2023, con un calo dell’8%. WTI e Brent si sono attestati ai livelli più bassi da giugno 2023, rispettivamente a 67,67 e 71,06 dollari al barile (oggi, 13 settembre, il Brent quota 72,24 dollari al barile).

Goldman Sachs, JP Morgan, Citi e Bank of America hanno già tagliato le loro previsioni di crescita del PIL cinese al di sotto dell’obiettivo ufficiale del governo di Pechino di una crescita economica di circa il 5% per quest’anno.

Secondo gli analisti, se non ci sarà un miglioramento della domanda cinese o una ripresa dell’economia americana, non sarà possibile invertire l’attuale sentiment eccezionalmente ribassista sul petrolio.

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