La Cina ringrazia per i dazi americani sull’alluminio

Contrariamente ai proclami polici, i nuovi dazi sull’alluminio cinese sembra stiano avvantaggiando la Cina, che rimane uno dei maggiori partner commerciali americani.

Dopo aver annunciato altri dazi sui prodotti cinesi per 16 miliardi di dollari, in vigore dal 23 agosto, è arrivata un’amara sorpresa per gli americani. Contrariamente ad ogni attesa, i dazi sull’alluminio stanno avvantaggiando la Cina.

Per chi non lo sapesse, all’inizio di questa estate, gli Stati Uniti hanno imposto un dazio del 10% sulle importazioni di alluminio. Una misura che ha colpito numerosi paesi, tra i quali anche la Cina. Tuttavia, Pechino, che rimane uno dei maggiori partner commerciali americani, è in una posizione migliore per assorbire gli effetti dei dazi rispetto ad altri paesi produttori di alluminio.

Un boomerang per i produttori americani

Come noto, l’alluminio è un materiale chiave per l’industria ed è utilizzato ovunque, dalle automobili alle lattine per bevande. Insomma, è un metallo versatile e di valore. Ma i dazi decisi da Trump, che avevano lo scopo di aiutare i produttori americani a rimanere competitivi sul mercato, stanno sortendo gli effetti opposti, come peraltro qualcuno aveva predetto.

La scorsa settimana Alcoa, il più grande produttore americano di alluminio, ha presentato una richiesta di esenzione dai dazi per importare 40.000 tonnellate dal Canada. Tutto materiale che serve per produrre lattine per bevande. Infatti, Alcoa non riesce a produrre nei suoi stabilimenti statunitensi lastra di alluminio con i requisiti dimensionali e di lega necessari per le lattine. Mentre in Canada, con la Alcoa Canada, può produrre l’alluminio che serve.

La richiesta di esenzione dai dazi della Alcoa è solo una delle migliaia che sono in attesa di approvazione, presentate da società americane che chiedono al governo di non pagare dazi sulle proprie importazioni di alluminio.

Le esportazioni cinesi di alluminio non risentono dei dazi americani

Guardando invece alla Cina, si scopre che il paese rimane ancora in una posizione ottimale per beneficiare dei dazi. Soprattutto nei confronti di Turchia e Russia. La prima è penalizzata dal 20% di dazio sull’alluminio, misura voluta da Trump come ritorsione per l’arresto di un pastore americano. La seconda è sotto accusa da parte dell’amministrazione americana che ha concesso ai clienti americani di Rusal fino al 23 ottobre per tagliare tutti i legami commerciali con la compagnia russa.

Non per niente, la produzione mondiale di alluminio di giugno (5,32 milioni di tonnellate) ha visto la Cina in posizione ancora predominante, con 2,83 milioni di tonnellate, in aumento dell’1,6% rispetto al mese precedente. Le esportazioni cinesi di alluminio, a luglio, sono arrivate a 519.000 tonnellate (il secondo livello più alto mai registrato).

Come dice anche Reuters, i dazi statunitensi non stanno danneggiando le esportazioni cinesi. Dal canto suo la Cina, ha introdotto dazi di ritorsione sui corrispondenti beni americani e questi si che danneggeranno gli esportatori statunitensi.

Da qualsiasi parte la si voglia vedere, la guerra commerciale che gli Stati Uniti hanno scatenato contro Cina sembra porterà un sacco di guai ai consumatori americani e, non è da escludere, anche ai consumatori di altri paesi.

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