Il mercato del ferro è stato molto volatile nel corso dell’ultimo anno e mezzo. I prezzi sono arrivati a livelli record lo scorso anno, per poi scendere di oltre il 60% entro la fine dell’anno.
Le quotazioni del minerale di ferro avevano raggiunto un livello di oltre 220 dollari per tonnellata a maggio 2021, prima di scendere ad un minimo di 84,50 dollari a novembre. Il motivo di questo saliscendi? Soprattutto la domanda in Cina, prima in espansione e poi in frenata.
All’inizio di questo mese i prezzi viaggiano intorno ai 138 dollari, come riflesso dei problemi di approvvigionamento dall’Australia e dal Brasile, oltre a dazi all’esportazione più elevati in India e alla guerra tra Russia e Ucraina. Nel frattempo, i mercati sono molto preoccupati per il rallentamento della crescita globale, che colpirà la domanda di metalli in generale e, nello specifico, quella di ferro.
Il protagonista mondiale del ferro, l’Australia, si avvicina ad una produzione di un miliardo di tonnellate all’anno (900 milioni). Tutto ciò grazie ad aziende come BHP, Rio Tinto e Fortescue Metals Group, i più grandi produttori di metallo nel paese. In Australia c’è la regione di Pilbara, probabilmente la più importante giurisdizione di minerale di ferro del mondo.
In questo quadro generale, i paesi che hanno prodotto più ferro a livello mondiale sono quelli raccolti nella seguente graduatoria, secondo gli ultimi dati (2021) dello US Geological Survey (USGS).
TOP 10 dei paesi produttori di ferro
(900 milioni di tonnellate)
2º BRASILE
(380 milioni di tonnellate)
3º CINA
(360 milioni di tonnellate)
4º INDIA
(240 milioni di tonnellate)
5º RUSSIA
(100 milioni di tonnellate)
(81 milioni di tonnellate)
7º CANADA
(68 milioni di tonnellate)
8º KAZAKISTAN
(64 milioni di tonnellate)
9º SUDAFRICA
(61 milioni di tonnellate)
10º IRAN
(50 milioni di tonnellate)
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