Futuro nero per il carbone

Se il futuro dell’economia globale dipendesse dal carbone, ci sarebbe seriamente di che preoccuparsi. Eccesso di offerta e calo della domanda caratterizzeranno il mercato del carbone ancora per mesi.

Il rallentamento della crescita mondiale continua a penalizzare, non solo i metalli di base, ma anche il carbone.

Secondo Haywood Securities, i prezzi medi del carbone per l’anno in corso saranno di 125 dollari a tonnellata, ancora in discesa rispetto alle ultime previsioni di 130 dollari.

Anche nel medio termine la musica non cambia molto: per il 2016 i prezzi medi saranno di 140 dollari e per il 2017 di 150 dollari.

Normalmente, quando si parla di carbone si pensa al cosiddetto carbone termicoi cui prezzi si sono indeboliti sostanzialmente, così come i titoli delle società minerarie ad esso collegati. Indebolimento causato soprattutto dalla forza del dollaro e da un domanda molto tiepida.

Tuttavia la Cina rimane la locomotiva principale sul fronte della domanda, soprattutto di carbone metallurgico, impiegato nella produzione di acciaio.

Purtroppo, la debole domanda in tutta Europa sta affossando il mercato, aiutata anche da un’eccesso di offerta.

Se si pensa che all’inizio del 2013 i prezzi avevano quasi raggiunto i 180 dollari a tonnellata e che ormai ci si avvicina pericolosamente alla soglia dei 100 dollari, ci si rende conto di quanto le quotazioni del carbone stiano soffrendo in questo periodo di crisi.

Nel medio e lungo termine esiste però qualche speranza che le cose possano cambiare, soprattutto per le aspettative di crescita dei paesi BRIC.

Non esiste alcun sostituto del carbone da coke nel processo di produzione di acciaio, e così come il rame, per molti osservatori di mercato le prospettive a lungo termine indicano un rialzo dei prezzi.

Ma prima che le cose possano cambiare, il settore dovrà risolvere l’eccesso di offerta in cui si trova il mercato, probabilmente ristrutturando la propria capacità produttiva.

Certamente, per gli investitori che hanno puntato su aziende del settore (sempre meglio scegliere quelle che producono carbone metallurgico a più basso costo e di alta qualità) dovranno armarsi di parecchia pazienza prima di vedere un cambiamento nell’andamento di un mercato impostato al ribasso.

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