Voci fuori dal coro: Rio Tinto non è pessimista sul ferro e sull’economia

Mentre i prezzi del minerale di ferro sono diminuiti a causa dei timori per il numero crescente di casi di COVID-19 a Pechino, gli analisti non sembrano troppo pessimisti.

Vista dall’Italia, e dall’Europa in generale, le prospettive dell’economia sembrano cupe. Tuttavia, se allarghiamo lo sguardo a livello globale scopriamo che non tutti e non ovunque la pensano in questo modo.

Rio Tinto, per esempio, si dice cautamente ottimista sull’economia globale. La multinazionale mineraria con sede in Australia crede inoltre che sarà la Cina ad influenzare positivamente il resto dell’economia.

La domanda nell’economia fisica rimane forte

Durante un’intervista a Bloomberg, il CEO di Rio Tinto (Jakob Stausholm) ha detto che il mercato del minerale di ferro è in perfetto equilibrio, mentre la domanda nell’economia fisica rimane forte nonostante alcune zone di crisi sul pianeta (l’Europa, per esempio, ma anche la Cina).

L’ultima ondata di COVID-19 in Cina ha avuto un impatto a brevissimo termine sull’economia cinese, ma la Cina è molto determinata a raggiungere i propri obiettivi di crescita, con un piede schiacciato sull’acceleratore degli investimenti infrastrutturali. E quando gli investimenti in infrastrutture accelerano, ne beneficia tutta la domanda.

Naturalmente, Rio Tinto è interessata soprattutto all’economia del ferro, che costituisce il suo asset strategico. Secondo i dati preliminari diffusi dallo US Geological Survey (USGS), nel 2021 sono state estratte 900 milioni di tonnellate di minerale di ferro, con l’Australia come il più grande paese produttore, seguita da Brasile, Cina e India. Nei prossimi cinque anni, la produzione australiana di ferro dovrebbe crescere del 2,6% all’anno, per raggiungere 1,04 miliardi di tonnellate nel 2026.

Prezzi del ferro stabili

Anche se i prezzi del minerale di ferro sono rimasti sostanzialmente stabili nel mese di aprile, rispetto ad un anno fa hanno perso quasi il 16%, soprattutto a causa dei timori per il numero crescente di casi di COVID-19 in Cina. Tuttavia, con la riapertura dai lockdown di Shanghai, i prezzi dovrebbero riprendersi.

Secondo Trading Economics e le aspettative di molti analisti, entro la fine di questo trimestre vedremo il minerale di ferro a a circa 120 dollari a tonnellata.

Senza mai dimenticare che la guerra in Ucraina e le misure restrittive della Cina contro il COVID-19 rimangono tra gli ostacoli per l’espansione del settore metallurgico nel corso di quest’anno, gli analisti di China International Capital Corp. non sono troppo pessimisti e credono che i prezzi del ferro potrebbero rimanere al di sopra dei 100 dollari se gli investimenti immobiliari rimbalzano più del previsto.

L’economia della Cina è una specie di carro armato, anche se sta rallentando. La siderurgia cinese è già in ritardo nella produzione di acciaio. A Tangshan, la città responsabile di circa il 15% della produzione totale di acciaio della Cina, le restrizioni per il COVID-19 hanno comportato una perdita di produzione giornaliera stimata di 30.000-35.000 tonnellate a marzo di quest’anno. Secondo la China Iron and Steel Association, la crescita e la domanda di acciaio in Cina si sono ridotte all’8% nel 2020 e dovrebbe ridursi di un altro 4% quest’anno.

La domanda di acciaio in Cina scivolerà (-7 milioni di tonnellate)

Per S&P Global i prezzi medi annuali dell’acciaio in Cina potrebbero scendere a causa di una domanda stagnante, mentre il China Metallurgical Industry Planning and Research Institute (MPI) dice che la domanda di acciaio dovrebbe scivolare a 947 milioni di tonnellate dai 954 milioni di tonnellate dell’anno scorso.

Certo, le cose non vanno a gonfie vele ed è difficile che l’economia ritorni a funzionare come eravamo abituati, anche perché le catene di approvvigionamento sono ancora sconquassate da tutte le interruzioni che abbiamo nel mondo. Tuttavia, non tutto è così nero come sembra ad un osservatore europeo. Anche perché, come sempre accade nell’economia, quando qualcuno perde (l’Europa) c’è sempre qualcuno che guadagna (Cina?, Stati Uniti?, India?, etc. etc.).

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