Negli ultimi cinque mesi, la Russia ha progressivamente ampliato il controllo su vasti territori ricchi di carbone, litio, ferro e uranio nel Donbass. Nonostante ciò, i leader occidentali continuano a credere che queste risorse possano essere sfruttate per ripagare l’enorme debito accumulato dall’Ucraina. Una prospettiva che appare sempre più irrealistica e pericolosa.
Nell’estate del 2024, gli esperti militari occidentali prevedevano un assalto russo su Pokrovsk, un nodo strategico nella regione di Donetsk. Dopo la sanguinosa battaglia di Avdiivka, caduta a febbraio 2024, l’avanzata russa sembrava puntare dritta verso ovest. Tuttavia, da agosto, la tattica è cambiata radicalmente.
Verso sud, per conquistare carbone, litio e uranio
Le truppe di Mosca hanno conquistato Vuhledar il 1° ottobre, una città dal nome evocativo cioè “Dono di Carbone“, che ospita importanti riserve minerarie. Da lì, l’espansione è proseguita rapidamente verso sud. L’accerchiamento di Velyka Novosilka ha messo a rischio una delle tre principali aree di estrazione del litio, situata a Shevchenko. Nel frattempo, un’altra località con lo stesso nome ha visto cadere una miniera di uranio nelle mani russe.
La presa di Pishchane e dei suoi impianti di coke, così come di Udachne e Kotlyne, ha colpito duramente il settore siderurgico ucraino, che ora rischia di scendere al 10% della produzione prebellica.
Con l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti e la prospettiva di un cessate il fuoco forzato, la Russia ha accelerato la sua offensiva. Oggi, le sue forze sono alle porte di Toretsk, una delle ultime roccaforti ucraine nella regione carbonifera del Donbass.
C’era una volta il fiorente settore minerario dell’Ucraina
Il settore estrattivo rappresentava oltre un terzo delle esportazioni ucraine, con l’agricoltura in seconda posizione. Oggi, il quadro è ribaltato: l’agricoltura è diventata il principale settore esportatore, mentre il comparto minerario si sgretola sotto i colpi della guerra.
La perdita progressiva di carbone, uranio e litio sta minando la stabilità economica del paese. L’agenzia di rating Fitch prevede un deficit delle partite correnti del 6,5% del PIL nel 2024 e del 5,7% nel 2025. Con un debito pubblico già al 100% del PIL e l’accesso ai mercati internazionali del credito precluso a causa di un rating “spazzatura“, l’Ucraina dipende ormai quasi interamente da aiuti e prestiti esteri.
Tuttavia, gran parte del debito viene finanziato attraverso il mercato obbligazionario interno, dominato da banche statali. Di fatto, il paese sta prendendo in prestito da se stesso. La Banca Centrale Ucraina assicura che non ci sarà bisogno di stampare moneta nel 2025 ma, se ciò accadesse, il rischio di iperinflazione e crollo della hryvnia sarebbe concreto, rendendo il debito insostenibile e costringendo i governi occidentali a un salvataggio.
Il miraggio occidentale delle materie prime come garanzia del debito
Nonostante questa situazione, alcuni politici occidentali continuano a vedere nelle risorse minerarie ucraine la chiave per ripagare il debito. Il senatore americano Lindsey Graham ha ripetutamente affermato che l’Ucraina potrebbe saldare i prestiti statunitensi con i suoi minerali. Questo argomento è stato usato per sbloccare i 61 miliardi di dollari di aiuti statunitensi approvati nel marzo 2024, di cui solo 9 miliardi in prestiti a fondo perduto.
L’idea è stata ulteriormente consolidata dal prestito straordinario del G7 da 50 miliardi di dollari concordato a giugno 2024. Nell’ottobre 2024, il “piano per la vittoria” del presidente ucraino Zelensky ha ufficializzato la cessione delle risorse ucraine come garanzia per nuovi aiuti.
Pochi giorni prima dell’insediamento di Trump, il premier britannico Keir Starmer ha firmato un “accordo di partenariato centenario” con l’Ucraina, che include un accesso prioritario per il Regno Unito alle risorse minerarie ucraine e alla produzione di acciaio verde.
Le risorse naturali ucraine: un tesoro che sta passando di mano
Secondo Forbes Ucraina, il valore complessivo dei minerali ucraini ammonta a 14,8 trilioni di dollari. Tuttavia, oltre la metà di queste ricchezze si trova nelle quattro regioni orientali ora sotto il controllo russo e Mosca continua a guadagnare terreno giorno dopo giorno. L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha ironizzato sulla strategia occidentale con un post su Telegram, affermando che i leader occidentali stanno spingendo l’Ucraina a combattere fino all’ultimo uomo per ripagare il debito.
I leader europei insistono affinché Kiev prosegua il conflitto, sostenendo che le risorse minerarie potranno garantire la stabilità finanziaria del paese. Ma con la Russia che conquista ogni giorno nuovi territori, questo piano assomiglia sempre di più ad una roulette russa con il tamburo della pistola completamente carico.
Mentre cresce l’attesa di un intervento di Trump per porre fine a questa situazione, resta da vedere se sarà sufficiente per evitare il tracollo economico dell’Ucraina e il suo conseguente impatto sull’Europa e gli Stati Uniti.
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