In momenti di recessione economica come questi, non è facile trovare un metallo le cui quotazioni continuano a crescere.
Ma nel caso del tungsteno pochi operatori sono rimasti sorpresi, nonostante una crescita del 15% per il secondo mese consecutivo. Le quotazioni, per il tungsteno al 65%, hanno toccato 18.739 dollari a tonnellata.
Adesso però, gli esperti sono diventati prudenti sulle prospettive del mercato, sottolineando che la crescita dipenderà dalla sostenibilità della domanda a valle e che la debole domanda in Europa non induce a facili ottimismi. Certamente, negli ultimi mesi hanno pesato il calo delle scorte dei consumatori e l’annuncio di nuove commesse per grandi opere in Cina.
Il tungsteno è un metallo raro, caratterizzato da una durezza eccezionale, che si trova in natura sotto forma di ossido di tungsteno. La maggior parte della produzione mondiale è concentrata in Cina ma i consumi sono distribuiti in tutto il mondo. Viene utilizzato in molte applicazioni e prodotti: telefoni cellulari, orologi, motori automobilistici, utensili per il taglio dell’acciaio, aeronautica, industria militare, ecc.
A metà dello scorso mese il governo cinese ha deciso di istituire un meccanismo per coordinare la vendita e soprattutto le esportazioni di tungsteno, rame, terre rare e altri metalli strategici. Il programma prevede lo stoccaggio di tutti i metalli strategici per poter rifornire le industrie nazionali nel prossimo futuro e un contingentamento delle esportazioni. Questa decisione governativa ha contribuito a stimolare la crescita delle quotazioni del tungsteno degli ultimi mesi. Inoltre, due importanti società cinesi operanti nel settore, la China Minmetals Corp. e la Ganzhou Tungsten Industry Association, hanno improvvisamente alzato i prezzi dei loro listini, proprio per favorire l’ascesa delle quotazioni.
La quantità di tungsteno che la Cina esporterà per il 2013 è di 15.400 tonnellate, la stessa quantità del 2012.
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