Secondo l’International Copper Study Group (ICSG) la produzione globale delle miniere di rame durante i primi nove mesi del 2020 è diminuita dell’1%. Inoltre, nello stesso periodo, il mercato globale del rame ha registrato un deficit di 387.000 tonnellate.
Tuttavia, se si entra nel dettaglio dei dati si scopre che la discesa produttiva è stata drammatica in alcuni paesi. Il secondo produttore di rame del mondo, il Perù, ha visto la sua produzione mineraria diminuire del 16,5% durante i primi nove mesi dell’anno.
Per fortuna, il Cile (il numero uno tra i produttori mondiali) ha retto bene, con un aumento della produzione del 2,5% nella prima metà dell’anno. Tutto ciò in mezzo a mille difficoltà e restrizioni che, nel terzo trimestre, hanno portato il paese ad una discesa produttiva del 3,7%.
La produzione di rame raffinato cresce
Sul fronte del rame raffinato, durante i primi 9 mesi del 2020, c’è stato un aumento del 1,2%.
La produzione nella Repubblica Democratica del Congo e nello Zambia è aumentata rispettivamente del 5,5% e del 20%. Inoltre, la produzione giapponese è aumentata del 5,5%.
In India, invece, le restrizioni causate dal COVID-19 da marzo a maggio hanno portato ad un calo del 20% nella produzione di rame raffinato. Così come avvenuto negli Stati Uniti, dove il calo è stato del 14%.
Anche la produzione cinese ha sofferto fermi produttivi temporanei legati alle restrizioni per il COVID-19, oltre a scarse forniture di rottami e vincoli alle importazioni di concentrati.
Nel frattempo i prezzi aumentano
Il prezzo medio cash al London Metal Exchange (LME) è aumentato del 5,4% da ottobre a novembre. Il prezzo medio di novembre ha raggiunto 7.063 dollari per tonnellata.
Inoltre, il prezzo medio per il 2020 è stato di 6.039 dollari per tonnellata, con un aumento dello 0,6% rispetto alla media annuale del 2019.
Attualmente (8 gennaio), le quotazioni cash del rame LME hanno raggiunto 8.146 dollari.
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