I prezzi del rame scivolano, ma attenzione a quello che accade in Cile

Mentre i prezzi del rame scendono, in Cile si stanno decidendo le sorti del 33% delle forniture mondiali. Il 4 settembre potrebbero esserci grosse sorprese…

Il previsto aumento dei tassi di interesse dello 0,75% da parte della banca centrale americana si è materializzato la scorsa settimana. Si tratta del più grande aumento dal 1994, nel tentativo di frenare un’inflazione che a maggio ha raggiunto l’8,6%.

Naturalmente, quando i tassi salgono i metalli soffrono e il rame non fa eccezione. Dopo la decisione della Federal Reserve americana (FED) i prezzi del metallo rosso sono scesi, anche se non nella stessa misura di quanto successo durante la settimana precedente, quando avevano perso il 4,3%. Ad oggi (20 giugno), il contratto LME a 3 mesi del rame vale 8.865 dollari per tonnellata e il trend appare decisamente ribassista.

L’incognita delle vicende politiche cilene

Ma all’orizzonte esiste una grossa incognita che avrà un pesante impatto sul mercato globale del rame e che gli operatori del settore non possono certo fare a meno di prendere in considerazione. Si tratta di quanto sta accadendo in Cile, il paese che rappresenta oltre il 33% delle forniture mondiali di rame.

In Cile si sta completando una nuova Costituzione che, se approvata, costituirà una brusca virata a sinistra, con un forte allargamento dei diritti sociali e delle tutele ambientali. La bozza finale della Costituzione è prevista il 4 luglio e, il 4 settembre, ci sarà un referendum per approvarla o rifiutarla. Secondo un sondaggio del Center for Public Studies (CEP), i cileni intervistati sono divisi tra un 25% di favorevoli, un 27% di contrari, un 37% di indecisi e un 11% che non ha risposto.

Secondo Antofagasta, una delle multinazionali del rame più importanti del mondo con sede in Cile, le preoccupazioni derivano soprattutto dall’incertezza dei cambiamenti che si potrebbero verificare a settembre con la nuova Costituzione.

Una minaccia agli investimenti nel settore minerario

È vero che molte delle riforme sociali contenute nella nuova Costituzione sono popolari tra i cittadini, ma è altrettanto vero che alcune di esse sono una minaccia agli investimenti nel settore minerario. E stiamo parlando di un settore minerario che rappresenta circa l’11% del PIL nazionale. Secondo il Center for Copper and Mining Studies (CESCO), lo sfruttamento delle risorse minerarie rappresenta il 20-25% della ricchezza complessiva del Cile.

Considerando che se i cittadini cileni approvassero la nuova Costituzione è molto probabile che ci sarebbero forti pressioni verso l’alto sui prezzi globali del rame, per i traders e gli Uffici Acquisti di tutto il mondo le notizie politiche cilene dei prossimi mesi sono da classificarsi in TOP PRIORITY.

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