Molti paesi del mondo cominciano a preoccuparsi seriamente per l‘eccessiva inflazione provocata dai prezzi delle materie prime. Anche la Cina è tra questi paesi e, trattandosi del principale attore mondiale in tema di materie prime, sta cercando di contenere prezzi dei metalli che sembrano non volersi più fermare nella loro corsa verso l’alto.
Il mese scorso il governo cinese, per bocca della National Food and Strategic Reserves Administration, ha avvertito gli speculatori che stavano esagerando. L’avvertimento ha spaventato il mercato del minerale di ferro facendo scendere il prezzo del 10%.
Adesso è la volta dei metalli di base, alluminio e rame compresi.
Quante sono le scorte segrete di metalli? Segreto…
Le autorità di Pechino potrebbero attingere alle proprie riserve strategiche di metalli per venderle sul mercato. In questo modo smorzerebbero ulteriori aumenti dei prezzi, spesso alimentati dalla speculazione.
Le scorte strategiche cinesi sono un segreto di Stato ma Reuters ipotizza che le scorte di rame cinesi potrebbero essere superiori a 2 milioni di tonnellate. Il paese detiene riserve strategiche di metallo rosso accumulate nel corso di decenni. Durante i periodi di crisi, come dopo la crisi finanziaria, Pechino è intervenuta per sostenere i produttori nazionali.
Nessuno sa quanto metallo verrà immesso sul mercato e, secondo Reuters, nel caso del rame non saranno grandi rilasci. Ma, come accennato, le riserve di metallo cinesi sono segrete ed è difficile giudicare cosa succederà a riguardo.
Le riserve di alluminio cinesi non sono strategiche
E l’alluminio? Trattandosi di un metallo base che il governo cinese non considera strategico, ci sono meno segreti e qualche certezza in più. Per Reuters le scorte di alluminio sono modeste, nell’intorno di un milione di tonnellate, mentre per il Financial Times sono circa 1,5 milioni di tonnellate.
Recentemente, sul lato dell’offerta di alluminio, il mercato è stato limitato dalle restrizioni energetiche che hanno colpito le fonderie nella Mongolia interna e dalla siccità nello Yunnan, una provincia molto dipendente dall’energia idroelettrica. Tutti fattori che hanno alimentato gli aumenti di prezzo del metallo.
Ma quello che succederà nei prossimi mesi dipenderà dalle politiche governative per ridurre le emissioni di CO2 a zero entro il 2060.
Prezzi dell’alluminio meno tesi nei prossimi mesi
Inoltre, secondo Capital Economics, dopo sette mesi di rapida crescita, l’economia cinese ha recentemente subito un brusco rallentamento (+0,5% a maggio). Anche se la crescita è ancora solida, la produzione industriale e le esportazioni stanno rallentando mentre il consumo interno è in ripresa. Ciò significa che, relativamente parlando, la domanda di metalli sarà meno forte.
Probabilmente, in base a quanto sta accadendo in Cina, anche i prezzi dell’alluminio saranno più stabili e meno rampanti. Tuttavia, una delle cose che il mondo ha imparato è che con una pandemia in corso c’è sempre da aspettarsi l’inaspettato.
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