Premi dell’alluminio in ribasso. Il mercato è proprio in contrazione

Anche se le quotazioni LME dell’alluminio stanno crescendo, la domanda è in calo e il quadro globale sempre più cupo. Lo confermano anche i premi per la consegna fisica che continuano a scendere.

I prezzi dell’alluminio salgono, ma i premi scendono. In estrema sintesi, è quello che sta accadendo sul mercato dell’alluminio in queste settimane. Si tratta di una tendenza che si protrarrà o di un fenomeno temporaneo? Andiamo a vedere più nel dettaglio cosa sta succedendo e quali sono le prospettive per i prezzi di un metallo che sta attraversando un anno travagliato come non mai.

Dopo i sostanziali ribassi di settembre, le quotazioni dell’alluminio ad ottobre si sono rinforzate, anche rispetto agli altri metalli (oggi, 7 ottobre, il contratto LME a tre mesi quota 2.3450 dollari per tonnellata).

Premi per la consegna fisica in discesa in tutto il mondo

I premi per la consegna fisica continuano invece a scendere e, poiché sono una misura accurata del mercato del primario, suggeriscono che la domanda sia in calo. Tra l’altro, il fenomeno si sta verificando a livello globale, con i premi in diminuzione in Europa, ma anche in Giappone e negli Stati Uniti.

Il premio europeo Duty Unpaid aveva raggiunto livelli molto alti a maggio (oltre 500 dollari per tonnellata) ma da allora è diminuito del 50% e, attualmente, si attesta a poco oltre i 250 dollari per tonnellata.

Il quadro globale è sempre più cupo

Come accennato, la domanda è in contrazione, ma la produzione mondiale di alluminio primario rimane in crescita. Secondo l’International Aluminium Institute, la produzione di agosto ha visto un aumento per il terzo mese consecutivo (5.888.000 tonnellate), con la Cina che ha rappresentato quasi il 60% del totale. Proprio la Cina ha sostenuto l’offerta di alluminio in Europa, la cui produzione sta drammaticamente perdendo colpi.

La domanda continua a diminuire anche perché i settori manifatturieri sono sempre più deboli. Nel frattempo, il mercato è sempre più in eccesso di offerta. Perciò, è altamente probabile che il ribasso dei premi proseguirà, insieme a quello delle quotazioni di borsa.

Anche se qualcuno spera che Stati Uniti e Giappone riescano a mantenere la crescita (l’Europa è data per certo in recessione), è soltanto la Cina che potrebbe cambiare il quadro negativo globale. Se il gigante asiatico si allontanasse dalle sue politiche zero-COVID e gli aiuti governativi all’economia sortissero gli effetti sperati, ci potrebbe essere un contrappeso alle tendenze ribassiste che sembra domineranno i mercati nei prossimi mesi.

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