Il prezzo dell’oro ha superato per la prima volta la soglia dei 2.900 dollari l’oncia. L’impennata è stata alimentata dalle nuove minacce tariffarie del presidente americano Donald Trump, che hanno spinto gli investitori verso beni rifugio.
L’aumento dei prezzi del metallo giallo segue l’annuncio di Trump di un nuovo dazio del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, oltre alla volontà di imporre ulteriori dazi nei prossimi giorni. La guerra dei dazi crea una maggiore incertezza e tensione nel contesto commerciale globale, spingendo gli investitori verso gli acquisti di oro.
Vedremo presto l’oro a 3.000 dollari?
I nuovi dazi potrebbero aggravare l’inflazione negli Stati Uniti, mentre tutti attendono di vedere i dati dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) e dell’Indice dei Prezzi alla Produzione (PPI) che verranno pubblicati in settimana.
Il rally di ieri (lunedì) rappresenta il settimo record stabilito dall’oro nel 2025. Dall’inizio dell’anno, il metallo prezioso ha guadagnato quasi l’11%, dopo un impressionante +27% nel 2024. Secondo gli analisti, l’oro sta accumulando abbastanza slancio per raggiungere il traguardo dei 3.000 dollari l’oncia, soprattutto se la guerra commerciale dovesse intensificarsi, aumentando ulteriormente la domanda di beni rifugio.
Il ruolo delle banche centrali
Analisti intervistati da Reuters hanno detto che l’oro sta chiaramente puntando ai 3.000 dollari per oncia e il mercato è incredibilmente forte, quasi inarrestabile. Ormai la domanda non è più “se” raggiungerà questa soglia, ma “quando” lo farà.
Le banche centrali stanno svolgendo un ruolo cruciale in questa fase, con gli acquisti di metallo giallo che hanno registrato un’accelerazione del 54% su base annua nell’ultimo trimestre del 2024, periodo in cui Trump ha vinto le elezioni negli Stati Uniti. Secondo il World Gold Council, la Cina ha aggiunto oro alle proprie riserve per il terzo mese consecutivo a gennaio.
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