Nella nuova Silicon Valley si parla cinese (Shenzhen)

Il baricentro tecnologico dell’hardware mondiale si trova a Shenzhen, la Silicon Valley cinese da cui provengono la maggior parte di tutti i dispositivi elettronici venduti ai consumatori di tutto il mondo.

Fino a circa 35 anni fa era uno sperduto villaggio di pescatori.

Oggi ospita 10 milioni di persone, che diventano 15 milioni durante la stagione dell’elettronica estate-autunno, ed è il paradiso di tutte le start-up dell’hardware, che nascono come funghi.

A Shenzhen, nella provincia di Guangdong al confine con Hong Kong, ovunque ti giri c’è un’impresa.

Shenzhen è il sogno di ogni hacker e di ogni imprenditore dell’high tech, una città tecnologica ricca di opportunità, sogni e idee creative. Qui viene prodotto ogni componente elettronico immaginabile, dai LED alle schede elettroniche, dai telefono ai droni, dalle telecamere ai GPS. Per questo motivo, le strade della città sono un andirivieni di spedizionieri, tipo FEDEX e DHL, che devono consegnare ai clienti di mezzo mondo tutta l’elettronica di giganti come Amazon.

È a Shenzhen che arrivano in pellegrinaggio imprenditori dell’high-tech da tutto il mondo per incontrare fornitori e produttori di elettronica.

In questo immenso laboratorio c’è tutto il necessario per trasformare un progetto schizzato su un tovagliolo di carta in un prodotto tecnologico prodotto in centinaia di migliaia di esemplari. C’è chi prepara un prototipo durante il fine settimana, realizza un video promozionale convincente, pubblica tutto su Kickstarter (il sito per finanziare le idee innovative) e in pochi giorni si trova qualche centinaio di dollari in banca per realizzare l’idea.

Shenzhen arrivano in pellegrinaggio imprenditori dell’high-tech da tutto il mondo

Per molti studenti di ingegneria elettronica, l’impresa inizia in una stanza-laboratorio e continua con centinaia di dipendenti e un’azienda pronta per essere quotata in borsa. I produttori di Shenzhen hanno imparato a ridurre i costi all’osso e riescono a produrre dispositivi elettronici, come potrebbe essere un nuovo modello di smartphone, in soli 10.000 esemplari, un numero così basso che nessuna azienda al mondo riuscirebbe ad eguagliare senza perdere soldi.

In Occidente predomina l’idea che tutta l’elettronica venga progettata in qualche laboratorio americano della Silicon Valley per poi venir prodotta in qualche fabbrica cinese. Nella realtà, a Shenzhen avvengono moltissime progettazioni e ri-progettazioni anche dei prodotti concepiti in Giappone o negli Stati Uniti. In tutti questi casi “made in China” sarebbe da sostituire con un più veritiero “made with China“.

L’aria che si respira a Shenzhen è un pò quella dell’internet pre-boom, alla fine degli anni ’90, quando nella Silicon Valley, in California, era chiaro che le occasioni e le opportunità negli anni a venire sarebbero state inimmaginabili. Negli ultimi 6 mesi Google, Apple e Facebook hanno condotto una campagna acquisti di società di hardware di Shenzhen a colpi di miliardi di dollari.

Shenzhen la corsa verso il futuro è decisamente più veloce che altrove.

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