È un metallo poco conosciuto ad essere uno dei migliori investimenti per quest’anno. Si tratta dell’antimonio, che ha visto crescere il proprio valore di una percentuale a 3 cifre.
Questo metallo strategico critico è sempre stato un protagonista delle guerre (secondo conflitto mondiale compreso) e ai nostri giorni, con il clima bellicoso che sta contrapponendo i paesi occidentali con il resto del mondo, è un elemento chiave per le forze armate e per il settore high-tech. L’antimonio è un componente fondamentale nella produzione di semiconduttori, batterie e pannelli solari. Dall’elettronica all’energia rinnovabile, il mondo moderno funziona anche grazie all’antimonio.
Volatilità sorprendente
Il mercato dell’antimonio, come quello di molti altri metalli rari, è riservato agli specialisti e, data la sua scarsa liquidità finanziaria, è soggetto ad una volatilità sorprendente. Proprio quello che è accaduto quest’anno quando i prezzi sono saliti alle stelle nel momento in cui la Cina, che controlla quasi la metà della produzione mondiale e tre quarti della sua raffinazione, ha escluso gli Stati Uniti dalla filiera di fornitura dell’antimonio.
A luglio di quest’anno, come ha riportato anche S&P Global, i prezzi sono raddoppiati raggiungendo il record di 22.750 dollari per tonnellata (lingotti 99,65% FOB), per poi arrivare a 25.000 dollari a tonnellata. Il prezzo attuale è di circa 33.500 dollari.
Perché il prezzo dell’antimonio è esploso?
Tradizionalmente utilizzato per realizzare materiali ignifughi, vernici, smalti, vetro, ceramiche, proiettili e guaine per cavi, i prezzi hanno cominciato a crescere in risposta al suo crescente utilizzo nei pannelli solari per aumentarne l’efficienza.
Ciò ha portato a un aumento della quantità di antimonio utilizzata nei pannelli solari, abbinato a un aumento del consumo militare dovuto alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente che hanno ridotto le scorte. Tuttavia, i prezzi hanno iniziato a salire alle stelle dopo che la Cina, ha annunciato nell’agosto 2024 che avrebbe imposto restrizioni alle esportazioni di prodotti in antimonio a partire da settembre, probabilmente anche per mantenere la sua leadership nella produzione di pannelli solari economici ma efficienti.
In Australia, le azioni di alcune società minerarie volano
Mentre gli analisti credono che l’impennata dei prezzi persisterà anche nel 2025, è sempre più evidente la vulnerabilità dell’Occidente nel fare affidamento sul principale produttore del mondo di metalli rari: la Cina. Il gigante asiatico controlla quasi il 50% dell’estrazione di antimonio e l’80% della produzione mondiale.
Per gli investitori, la contrazione dell’offerta e l’aumento di oltre il 200% dei prezzi nel corso di quest’anno hanno significato rendimenti stellari. In Australia, per esempio, i titoli azionari della società mineraria Larvotto Resources Ltd., che detiene il più grande giacimento di antimonio del paese ed è quotata all’ASX (Australian Securities Exchange), sono cresciuti di oltre l’800%. La maggior parte di questo guadagno è stato messo a segno negli ultimi sei mesi, dopo che la Cina ha limitato le esportazioni di antimonio.
Naturalmente, adesso, tutti gli investitori tengono d’occhio le società minatorie per capire chi sarà la prossima a beneficiare delle restrizioni cinesi.
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