Le grandi arterie dell’energia. Gli 8 oleodotti/gasdotti più importanti del mondo

Dalla Druzhba sovietica al bypass cinese del Mar di Malacca, queste infrastrutture non solo alimentano economie, ma disegnano anche alleanze strategiche.

Nel cuore del sistema energetico globale si muove un gigante silenzioso. Nessuna fanfara, nessun clamore. Ma ogni giorno, sotto i nostri piedi e attraverso i confini delle nazioni, scorrono miliardi di barili di petrolio e trilioni di metri cubi di gas. Le condotte che trasportano idrocarburi per migliaia di chilometri sono tra le infrastrutture più decisive ma meno raccontate della geopolitica moderna.

Quando il passaggio di idrocarburi è potere

I grandi oleodotti non sono semplici tubi. Sono arterie strategiche, capaci di aggirare gli stretti marittimi più vulnerabili – come Hormuz, Malacca o Suez – e di cementare alleanze energetiche che vanno ben oltre il mero scambio commerciale. Prendiamo la Druzhba, costruita negli anni ’60 per connettere i giacimenti sovietici ai paesi del Patto di Varsavia. Oggi collega ancora Russia e Europa centrale, anche se tra tensioni, sanzioni e sabotaggi.

Oppure pensiamo all’ESPO, il corridoio russo verso la Cina e il Pacifico, che ha permesso a Mosca di voltare le spalle (almeno in parte) ai mercati europei. Ancora più iconici, i due rami del Nord Stream – oggi inattivi dopo i sabotaggi ucraini – simbolo tanto della dipendenza europea dal gas russo quanto delle sue fragilità strutturali.

Energia, diplomazia e conflitti

Quando un oleodotto o un gasdotto attraversa più paesi o interseca aree politicamente instabili, diventa una fonte di potere… ma anche di attrito. Il caso del Keystone, che trasporta greggio canadese verso le raffinerie statunitensi, è diventato un campo di battaglia tra attivismo ambientale e interessi economici. In Iraq, la condotta Kirkuk-Ceyhan è ferma da oltre due anni per una disputa legale tra Ankara e Baghdad.

Al contrario, progetti come il TANAP – che porta gas dall’Azerbaigian alla Turchia e poi in Europa – sono diventati strumenti di diversificazione, utili per sottrarsi all’abbraccio del gas russo. Lo stesso vale per il Trans Mountain, recentemente ampliato dal governo canadese per rendere il paese meno dipendente dagli Stati Uniti e più competitivo sui mercati asiatici.

La risposta cinese: bypassare i mari

La Cina, da parte sua, ha affrontato il cosiddetto Malacca Dilemma – l’incubo di una crisi nello stretto da cui passa oltre l’80% delle sue importazioni di petrolio – costruendo un doppio corridoio terrestre attraverso il Myanmar. Le condotte sino-birmane permettono a Pechino di scaricare il greggio in un porto amico e trasportarlo direttamente nello Yunnan. È un capolavoro di diplomazia energetica firmato Belt and Road, che rafforza i legami con il sud-est asiatico e protegge i flussi da tensioni navali o blocchi militari.

Nel mezzo della transizione energetica, gasdotti ed oleodotti potrebbero sembrare vecchi fossili, ormai superati dalle nuove tecnologie. Eppure, nel breve-medio termine, continueranno a essere decisivi. La domanda globale di petrolio e gas resta alta e le tensioni geopolitiche rendono la sicurezza degli approvvigionamenti un tema più attuale che mai.

Controllare una gasdotto non significa solo incassare pedaggi. Significa controllare i rubinetti dell’economia, influenzare alleanze, plasmare scenari. Per questo, anche se raramente fanno notizia, le cosiddette pipeline restano tra le armi più potenti della politica globale. Invisibili, sì. Ma mai irrilevanti.

Gli 8 oleodotti/gasdotti più importanti

Oleodotto /gasdottoTipoCapacitàPaesi attraversati
Druzhba (Russia → Europa centrale)Petrolio1.2–1.4 mln bpdRussia, Bielorussia, Ucraina, Polonia, Germania ecc.
ESPO (Russia → Cina/Pacifico)Petrolio1 mln bpd (espansione a 1.6 mln)Russia, Cina
Nord Stream 1 & 2 (Russia → Germania)Gas110 bcm/annoRussia, Germania
Keystone (Canada → USA)Petrolio590.000 bpdCanada, USA
BTC (Baku-Tbilisi-Ceyhan)Petrolio1.2 mln bpd (600.000 reali)Azerbaigian, Georgia, Turchia
TANAP (Azerbaigian → Turchia → Europa)Gas16 bcm/anno (esp. 31 bcm)Azerbaijan, Turchia, Grecia
ITP (Iraq–Turchia)Petrolio1.4 mln bpd (sospeso)Iraq, Turchia
Trans Mountain (Canada)Petrolio e derivati890.000 bpdCanada

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