In Cina l’alluminio è in forte e costante ripresa

Sui mercati post-pandemia in Cina c’è un metallo industriale che continua a sorprendere tutti per la sua forza: l’alluminio.

Non tutti i metalli sono uguali davanti al COVID-19.

L’acciaio, per esempio, ne sta soffrendo molto mentre l’alluminio, soprattutto nel più grande paese produttore e consumatore del mondo, ne sta beneficiando.

A Shanghai sono stati toccati i massimi di due anni

Secondo Reuters, il contratto di settembre sull’alluminio allo Shanghai Futures Exchange (quello più scambiato) è aumentato dell’1,8% durante la scorsa settimana. Una progressione che gli ha fatto toccare il massimo di due anni a 14.805 yuan (2.114,21 dollari).

Con una domanda in crescita anche i livelli delle scorte di borsa sono scesi, a 222.498 tonnellate, in calo del 58% dal picco di marzo di quest’anno.

Le autorità locali cinesi stanno avviando nuovi finanziamenti sotto forma di emissione di obbligazioni e molti credono che, in autunno, ne conseguirà un boom in infrastrutture. Probabilmente, l’alluminio ne sarà favorito rispetto ad altri materiali da costruzione più pesanti come l’acciaio.

Ma a Londra le scorte crescono come non mai

Al contrario di quanto sta avvenendo a Shanghai, a Londra le scorte del London Metal Exchange (LME) sono al livello più alto dall’aprile 2017, con un aumento del 68% da metà marzo. Sono soprattutto i trader finanziari ad accumulare l’alluminio che non vogliono ritirare nei magazzini LME.

Di conseguenza, i volumi di negoziazione sull’LME in questo semestre sono stati altissimi e hanno registrato un aumento del 12%. Nessun altro metallo ha fatto tanto.

Allo Shanghai Futures Exchange (SHFE) i volumi sono stati ancora più impressionanti con una crescita del 28% dopo due anni consecutivi di declino.

A completamento del quadro globale, negli Stati Uniti la domanda di alluminio (prodotti finiti) ha cominciato a crescere. Lo confermano il calo delle importazioni di pani 99,7 che, fino ad ora, hanno permesso alle fonderie di continuare la produzione in assenza di domanda a valle, dal momento che potevano venderli all’LME come ultima risorsa.

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