Allarme supply chain. Se collassa l’approvvigionamento, l’economia crolla

Tutti gli operatori che lavorano negli approvvigionamenti globali hanno lanciato l’allarme: le supply chains stanno per collassare.

Le cose vanno sempre peggio nella catena di approvvigionamento globale (supply chains), sconvolta dalla pandemia di Covid-19 più di un anno fa. Si pensava che con il passare dei mesi la situazione potesse migliorare, ma così non è stato.

L’effetto frusta

La crisi della catena di approvvigionamento significa che le aziende e interi settori produttivi si troveranno alle prese con problematiche estreme e ingestibili nel prossimo futuro. Ciò comporterà il fatto che gli investimenti aziendali non potranno essere una decisione ponderata ma una specie di roulette della sorte. Inoltre, la volatilità e l’incertezza distruggono anche la domanda quando i prezzi diventano troppo alti per i consumatori. Gli economisti hanno anche trovato un nome a questo fenomeno, chiamato “effetto frusta“, che potrebbe danneggiare l’economia a breve termine, con violente oscillazioni per tutta una serie di beni.

In una lettera aperta all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i leader aziendali della International Chamber of Shipping, della IATA (International Air Transport Association) e di altre associazioni di spedizioni e trasporti hanno lanciato l’allarme sui rischi di un crash delle catene di approvvigionamento.

Carenza di cibo, carburante ed elettronica

Non si erano mai viste le interruzioni delle forniture e i ritardi verificatosi nelle ultime settimane. Ciò ha portato ad una carenza globale di beni essenziali tra cui elettronica, cibo, carburante e forniture mediche. Ma le cose sembrano destinate a peggiorare, con la domanda dei consumatori in aumento in vista del Natale e con il rischio di un collasso dei sistemi di trasporto globali diventato qualcosa di reale e senza precedenti.

Già la scorsa settimana altre tre società energetiche del Regno Unito sono state espulse dal mercato a causa dei prezzi alle stelle del gas naturale. In Cina il governo sta valutando l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica per le fabbriche, visto che la carenza di energia ha scatenato turbolenze sui mercati delle materie prime e ha spinto i produttori di molte materie prime a ridurre drasticamente la produzione.

I politici non hanno capito quanto è grave la situazione

Come accennato, la situazione è grave, anche se non è percepita come tale dai responsabili politici. Nonostante il folle aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime stia provocando seri grattacapi per le Banche Centrali a causa della forte spinta inflazionistica, la politica monetaria accomodante dell’Occidente va in direzione opposta, senza aumentare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione.

In ogni caso non saranno le politiche monetarie a risolvere i problemi delle catene di approvvigionamento. La faccenda, questa volta, ha più a che fare con l’economia che con la finanza. Si tratta di garantire libertà di movimento per i lavoratori dei trasporti, di applicare protocolli sanitari efficaci e approvati da organismi internazionali oltre a dare la priorità a chi lavora nei trasporti per le vaccinazioni.

Se non si farà nulla, le pressioni sui prezzi potrebbero aggravarsi ulteriormente, portando ad una riduzione sostanziale del potere d’acquisto, innescando una crisi economica globale di cui nessuno sente la mancanza.

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