Le azioni RUSAL crollano. Paura per i consumatori europei di alluminio

Le azioni del colosso russo dell’alluminio Rusal scendono del 22 percento, il maggior calo registrato da aprile 2018.

I valori azionari del colosso dell’alluminio RUSAL, uno dei più importanti produttori del mondo, sono scesi del 22%. A Hong Kong, le azioni della United Co. Rusal International sono crollate mentre gli investitori assistevano alla drammatica escalation della crisi ucraina.

Sanzioni contro “la maligna Russia”

Si tratta del maggior calo dall’aprile 2018, quando Rusal fu colpita da una precedente ondata di sanzioni statunitensi in risposta a ciò che il Tesoro degli Stati Uniti dell’epoca chiamava il “comportamento maligno della Russia in tutto il mondo“. A quei tempi, le sanzioni contro l’azienda gettarono il mercato mondiale dell’alluminio nel caos, provocando una salita dei prezzi alle stelle e mettendo in grande difficoltà i produttori che non riuscivano ad ottenere metallo. La fine delle sanzioni arrivò nel gennaio 2019, quando il miliardario fondatore di Rusal, Oleg Deripaska, decise di trasferire il controllo della società.

Oggi, la situazione in Ucraina aumenta i pericoli per la più grande produzione mondiale di alluminio, poiché crescono le preoccupazioni che l’escalation delle tensioni o di scontri armati possano ostacolare il commercio estero, con ulteriori sanzioni contro aziende russe. Il governo degli Stati Uniti ha già dichiarato alcune sanzioni ma non è chiaro quale sia l’intero pacchetto. In ogni caso, con il crollo del rublo e l’aumento del petrolio, le azioni Rusal sono precipitate.

Bene o male, le sanzioni americane vanno sempre a colpire Rusal

Di fatto, quando gli americani impongono sanzioni contro i russi, come ben sanno i consumatori europei di alluminio, in mezzo c’è sempre la Rusal.

Attualmente, le esportazioni russe di alluminio, di cui la maggior parte proviene dalla Rusal, rappresentano circa il 6% della produzione mondiale. Ieri, l’alluminio è salito al suo livello intraday più alto in più di 13 anni ed è vicino a un nuovo massimo. Inoltre, anche i prezzi del nichel (di cui la Russia è un produttore chiave) sono saliti al livello più alto dal 2011.

Per i consumatori europei di alluminio non è un piacere vedere la Rusal in difficoltà, soprattutto perché gli scenari industriali che si prospettano sono decisamente drammatici.

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