Una nuova era per l’uranio?

Anche se i prezzi dell’uranio rimangono deboli e qualcuno inizia a dubitare circa una ripresa delle quotazioni, tutti i dati fondamentali di mercato continuano ad indicare una prossima forte ripresa del metallo.

Da circa un anno il mercato dell’uranio ha attirato l’attenzione di molti investitori, grazie alle prospettive di crescita delle quotazioni ventilate da più parti.

Purtroppo, per chi ha puntato su questo metallo, le aspettative non sono state ancora soddisfatte. Al contrario, proprio nel momento in cui il mercato sembra sul punto di spiccare il grande salto, i prezzi affondano e si adagiano sulla resistenza dei 34 dollari per libbra.

Ciò nonostante, il parere di tutti gli esperti e gli analisti del settore è concorde: i prezzi dell’uranio saliranno e nei prossimi anni assisteremo ad una vera e propria rinascita di tutto il mercato. Tuttavia nessuno conosce la data esatta in cui ciò accadrà.

Il momento in cui i reattori nucleari giapponesi verranno riavviati si avvicina. Una volta che tali reattori saranno funzionanti, l’eccesso di offerta di uranio comincerà a diminuire e i prezzi verranno spinti verso l’alto grazie ad una domanda che supererà di gran lunga l’offerta.

Il parere di tutti gli esperti e gli analisti del settore è concorde: i prezzi dell’uranio saliranno

Il movimento dei prezzi non sarà ne violento ne improvviso, poiché l’uranio viene scambiato tramite contratti a lungo termine e questi mercati sono per loro natura lenti nei movimenti di prezzo.

Molto probabilmente, prima del 2016 non vedremo i prezzi dell’uranio a livelli sostanzialmente più elevati rispetto agli attuali.

Tuttavia, sul mercato aleggia un’altra preoccupazione: il governo degli Stati Uniti potrebbe vendere le scorte di uranio per far fronte alle proprie spese. Certamente non sarebbe la più saggia tra le decisioni ma influenzerebbe negativamente il mercato dell’uranio. Secondo alcuni esperti il US Department of Energy (DOE) possiede uranio per circa 25 anni di fabbisogno energetico.

Non sarebbe certo la prima volta che il governo statunitense mette in vendita le proprie scorte di metalli strategici, nonostante le preoccupazioni circa la dipendenza da tali risorse. Questione cruciale, in considerazione del fatto che la produzione di uranio degli Stati Uniti è di sole 5 milioni di libbre, una piccola quantità rispetto ai consumi interni. Ma con i tempi che corrono, pochi hanno dei dubbi sul fatto che il governo americano, per far quadrare il proprio bilancio, cercherà i fondi necessari ovunque sia possibile, scorte di uranio comprese.

Anche se nessuno si sbilancia nel fornire date esatte sulla ripresa dei prezzi dell’uranio, ciò non significa che non accadrà mai. Ci sono molti fattori in gioco che hanno messo sotto pressione (al ribasso) i prezzi dell’uranio, ma stanno emergendo sempre più elementi che potrebbero influenzare positivamente le quotazioni del metallo e molti credono che, come dice un vecchio proverbio, “le cose migliori arriveranno soltanto per chi sa aspettare”.

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