Meno minerali insanguinati per Stati Uniti ed Europa

La nuova legge americana che scoraggia l’utilizzo di metalli e minerali insanguinati sta producendo i primi effetti sul mercato, con le compagnie minerarie alla ricerca di nuove miniere al di fuori della martoriata Repubblica Democratica del Congo.

Quando, nel 2013, gli Stati Uniti hanno promulgato la legge sui minerali conflict-free (minerali non provenienti da zone di guerra), nessuno si aspettava un impatto drastico sul mercato.

Tuttavia, la realtà ha superato tutte le migliori aspettative.

La Securities and Exchange Commission (SEC), la commissione americana che ha redatto la legge chiamata Dodd-Frank Act, ha speso quasi 3 milioni di dollari per mettere a punto un sistema di regole per garantire i consumatori da prodotti non provenienti da metalli o minerali insanguinati provenienti da zone di guerra o di conflitti armati (“Gli Stati Uniti varano la normativa sui minerali conflict-free“).

La nuova legge impone ai produttori quotati in borsa di rendere pubblico se l’oro, il tantalio, lo stagno o il tungsteno impiegato nei loro prodotti abbia origine dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Le compagnie minerarie sono costrette ad esplorare e sviluppare nuove miniere di tantalio in paesi che non siano la Repubblica Democratica del Congo

Secondo PricewaterhouseCoopers, lo scorso anno solo il 5% dei produttori ha dichiarato di aver rintracciato materiali provenienti da zone di conflitto. Un risultato influenzato dalle difficoltà di reperire tutte le informazioni di tracciabilità dei minerali e dei metalli, tale da spingere 15 grandi industrie a chiedere, senza successo, un ritardo nell’attuazione della legge.

Nonostante le difficoltà di applicazione, la nuova legge ha impressionato positivamente anche altri paesi nel mondo, Europa in testa.

La commissione per il commercio internazionale del Parlamento Europeo si è riunita a febbraio di quest’anno per discutere una proposta di autocertificazione volontaria per tutti gli importatori di minerali insanguinati (provenienti da zone di guerra). Una misura per aumentare gli sforzi internazionali per risolvere i problemi dei paesi ricchi di risorse, ma vulnerabili ai conflitti armati.

Nella sostanza, il nuovo panorama normativo internazionale che si sta delineando sta costringendo i produttori a rifornirsi di minerali critici altrove, dando uno stimolo alle compagnie minerarie per esplorare e sviluppare miniere di tantalio in altre zone del mondo che non siano la Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Un esempio è la Gippsland, con il suo progetto di una miniera di tantalio e stagno a Abu Dabbab, in Egitto, che potrebbe iniziare a produrre entro il prossimo anno. Così come la Mkango Resources con il suo progetto di Thambani, nel Malawi meridionale, che interessa uranio, niobio e tantalio.

Per gli investitori in metalli rari e strategici, soprattutto per quanto riguarda il tantalio, un chiaro segnale che il mercato nei prossimi anni coinvolgerà altri paesi al di fuori della ricca e martoriata Repubblica Democratica del Congo (RDC).

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