Investire in Cina nel settore terre rare (REE)

La Cina cerca di attirare imprese estere con capacità in materia di gestione ambientale, riciclo e ricerca tecnologica. Anche il settore delle terre rare diventerà più rispettoso dell’ambiente?

Ormai da molti anni la Cina domina il mercato delle terre rare, ma mai come nelle ultime settimane questo predominio è stato così preponderante.

La concorrenza sleale delle aziende cinesi

A marzo gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il Giappone hanno chiesto all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) di avviare un’indagine sulle politiche di esportazione delle terre rare dalla Cina. I paesi occidentali credono che l’attuale sistema di esportazione, dia alle aziende cinesi un vantaggio competitivo sleale.

Attualmente la Cina esporta più terre rare di qualsiasi altra economia del mondo, fornendo oltre il 90% del materiale venduto sul mercato internazionale.

In risposta alle accuse occidentali, Zhu Hongren, a capo del Ministero dell’Industria, ha detto “Queste misure hanno lo scopo di ridurre i rischi ambientali che sono risultati da uno sviluppo disordinato del settore terre rare. La mancanza di regolamenti aumenterebbe i danni per l’ambiente.

Verso la repressione delle attività minerarie illegali

Con una mossa che ha sorpreso gli esperti del settore, la Cina ha recentemente offerto alle imprese straniere la possibilità di sviluppare industrie nel settore terre rare (REE) in modo da rispettare l’ambiente. L’obbiettivo è di attirare imprese estere con capacità in materia di gestione ambientale, riciclo e ricerca tecnologica.

La nuova strategia cinese sembra che porterà alla repressione delle attività minerarie illegali. Nel settore, i minatori illegali sono noti per l’utilizzo di processi di estrazione molto primitivi. Infatti, scavando buchi poco profondi e con l’aiuto di rozze tubature e sostanze chimiche concentrate, rischiano di contaminare le riserve idriche.

Se la nuova mossa cinese sembra nobile dal punto di vista ambientale, qualche osservatore sostiene che potrebbe essere soltanto una “foglia di fico” a seguito della denuncia di concorrenza sleale da parte del WTO.

Nonostante l’incertezza del mercato connessa con la nuova strategia cinese, è innegabile che una maggiore attenzione ambientale in questo settore, era attesa da lungo tempo. Ciò potrebbe spingere l’innovazione tecnologica ad applicazioni più “pulite” in un settore vitale per tutta l’economia mondiale.

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