Il monopolio della Cina sulle terre rare è finito

Dopo mesi di voci insistenti circa l’indebolimento cinese sul mercato delle terre rare, il monopolio è crollato. Adesso si aprono nuovi scenari per tutti i concorrenti che potranno entrare in uno dei mercati più strategici per il settore dell’elettronica mondiale.

Sembra arrivato il momento della fine per monopolio della Cina sul mercato delle terre rare.

Il paese, che produceva oltre il 90% delle terre rare di tutto il mondo, poteva permettersi di limitare a suo piacimento le esportazioni per manipolare meglio i prezzi di mercato.

Tuttavia, a seguito della decisione del WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, di condannare il comportamento sleale della Cina, la pratica di limitare le esportazioni per far salire i prezzi è cessata. Un avvenimento che ha indebolito tutto il mercato cinese delle terre rare.

Come riporta il South China Morning Post, la China Minmetals, una società di proprietà dello Stato, ha recentemente dichiarato che la quota di mercato della Cina potrebbe scendere al 65%, anche a causa del giro di vite nei confronti delle miniere illegali.

La produzione all’estero è aumentata, riducendo lo strapotere cinese sul mercato

Inoltre, la produzione all’estero di terre rare è aumentata, riducendo lo strapotere cinese sul mercato. L’americana Molycorp e l’australiana Lynas Corporation stanno procedendo a pieno ritmo nei loro progetti di estrazione negli Stati Uniti e in Malesia.

In realtà, i fattori che hanno ridotto la morsa della Cina sulle terre rare sono stati fondamentalmente tre.

Nel momento in cui la Cina ha fatto mancare l’approvvigionamento, le grandi società giapponesi di elettronica hanno fatto sforzi enormi per ridurre l’uso di terre rare. La Panasonic ha trovato il modo di riciclare il neodimio, mentre la Hitachi ha lavorato per ridurre al minimo l’uso di disprosio nelle automobili elettriche.

Inoltre, le stesse restrizioni che hanno spinto al rialzo i prezzi e i profitti per la Cina, hanno anche agevolato gli investimenti per nuovi impianti in tutto il mondo.

Infine, i divieti alle esportazioni imposti dalla Cina non si sono rivelati così efficaci come il governo avrebbe voluto. Un recente rapporto mostra che oltre il 40% delle forniture di terre rare nel paese è illegale e alcuni di questi produttori sono in grado di esportare eludendo i controlli delle autorità.

Ma in termini prospettici in quale direzione si muoverà il mercato? Molti paesi stanno già intensificando i loro sforzi per entrare nel mercato delle terre rare, India,  Giappone e Russia in testa. Quest’ultima sta sviluppando un nuovo metodo per estrarre le terre rare dall’uranio.

La Cina continuerà a dominare il mercato con una quota che si prevede sarà almeno del 70%, tuttavia con una domanda globale di terre rare in notevole aumento durante i prossimi anni, nel prossimo futuro altri nuovi concorrenti si butteranno in questo mercato strategico e molto profittevole.

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