Fuga tossica in Messico

Un grave disastro ambientale in Messico, provoca l’inquinamento da arsenico di 420 km di fiumi con danni per il momento ancora incalcolabili. Decine di migliaia di persone, che potrebbero aumentare nei prossimi giorni, sono rimaste senza acqua.

Sulle sponde del fiume Sonora, in Messico, il 7 agosto sembrava una giornata come tante.

Ma quando i residenti sulle sponde del fiume hanno visto che l’acqua era di colore arancione, hanno subito capito che un grave disastro si era verificato nella miniera a monte del fiume.

Infatti, fino ad allora nessuno dei responsabili della miniera aveva lanciato l’allarme, forse sperando che l’incidente venisse assorbito in silenzio dalle acque del fiume. Ma la portata del disastro verificatosi nel bacino di decantazione della miniera di rame di Buenavista era troppo grossa per passare inosservata: circa 40.000 metri cubi di acque reflue si sono riversate nei fiumi circostanti.

La fuga tossica ha contaminato  i fiumi Bacanuchi e Sonora nel Messico settentrionale. Secondo l’agenzia France-Presse (AFP) la causa che ha scatenato il disastro sono state le forti piogge, ma molti credono che la responsabilità principale sia da cercare nei difetti di costruzione del nuovo bacino di decantazione della società Grupo Mexico, proprietaria della miniera di Buenavista, considerata uno dei più grandi giacimenti di porfido di rame del mondo. Lo stato di Sonora, dove ha sede la miniera, è ricco anche di miniere d’oro, di rame, di grafite e di altri minerali.

Secondo le autorità dello stato di Sonora, la fuga tossica ha trasformato 420 chilometri di acque navigabili e che forniscono i rifornimenti idrici per decine di migliaia di persone, in una poltiglia arancione contenente arsenico sopra ogni livello accettabile.

Le autorità hanno chiuso le forniture di acqua a circa 20.000 persone. Ma poiché la contaminazione si sta allargando a macchia d’olio hanno cominciato a imporre severe restrizioni anche alle aree circostanti, tra cui la capitale dello stato di Hermosillo, popolata da più di 800.000 abitanti.

Un simile disastro ambientale dovrebbe ricordare che i lunghi procedimenti per dare l’approvazione alla costruzione di nuove miniere sono necessari e vanno condotti con la massima efficacia.

Ma anche per gli investitori la lezione di licenza sociale (“La barriera corallina australiana e il carbone: una storia di licenza sociale“) è di tutta evidenza: prima di puntare quattrini su società minerarie o progetti minerari è indispensabile avere prove della loro consapevolezza sociale e ambientale.

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