Verso un nuovo super ciclo delle materie prime?

Dopo anni di prezzi deludenti e sotto-investimenti, le materie prime sembrano avviarsi verso un nuovo super ciclo.

Dopo un decennio difficile, le materie prime sembrano pronte a tornare protagoniste sui mercati globali. Una combinazione di fattori strutturali, sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda, sta delineando lo scenario per un possibile nuovo super ciclo, un fenomeno raro ma capace di influenzare intere economie per decenni.

Fragilità sul lato dell’offerta

Il mercato globale delle commodities presenta oggi una vulnerabilità significativa e cioè la concentrazione geografica delle risorse. Gran parte della produzione di rame si concentra tra Cile e Perù, il ferro è dominato da Australia e Brasile, mentre il Kazakistan detiene un ruolo cruciale nell’uranio. Anche sul fronte della raffinazione, la Cina ha un primato difficilmente contendibile, in particolare sulle terre rare e sul rame.

Questa concentrazione offre ai paesi produttori un potere crescente da utilizzare come leva geopolitica. Le recenti tensioni commerciali tra Pechino e i partner occidentali hanno già dimostrato quanto possa essere destabilizzante un blocco o una restrizione delle esportazioni. A tutto ciò si aggiunge un altro elemento: le miniere di facile accesso sono ormai esaurite e i nuovi progetti richiedono costi enormi e tempi di realizzazione sempre più lunghi.

Una domanda che non conosce flessioni

Se l’offerta appare fragile, la domanda non dà segnali di rallentamento. La transizione energetica, l’elettrificazione e la decarbonizzazione globale richiedono enormi quantità di metalli. Il rame, definito “minerale critico globale” dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), è il simbolo di questa corsa: dalle auto elettriche alle reti elettriche, fino ai data center per l’intelligenza artificiale, la richiesta continua a crescere.

L’IEA avverte che entro il 2035 potrebbe verificarsi un deficit del 30% rispetto al fabbisogno previsto. Non si tratta quindi di una semplice fiammata ciclica, ma di una pressione strutturale che rischia di accompagnare i mercati per lungo tempo.

Il vento finanziario cambia direzione

Sul piano finanziario, le materie prime appaiono oggi sottovalutate rispetto ad altri asset. I prezzi reali del rame e del petrolio restano ben al di sotto dei picchi storici, mentre gli indici azionari americani continuano a segnare record. In un contesto di inflazione persistente e banche centrali con margini di manovra ridotti, gli investitori potrebbero riscoprire il ruolo delle commodities come copertura strategica.

L’oro sta già svolgendo questa funzione, ma anche i metalli industriali potrebbero essere rivalutati come strumenti per proteggere i portafogli dall’instabilità. Tuttavia, il peso delle materie prime nei portafogli istituzionali resta minimo, complice la delusione generata dai prezzi deboli nell’ultimo decennio.

Un ciclo che può durare a lungo

La storia insegna che i super cicli non si esauriscono facilmente. Servono shock politici o rivoluzioni tecnologiche per interromperli. Dall’austerità monetaria negli anni ’80 alla rivoluzione dello shale oil negli Stati Uniti, fino al rallentamento immobiliare in Cina, solo eventi dirompenti sono stati in grado di spegnere questi fenomeni.

Oggi, con le condizioni di base che si stanno allineando, i mercati potrebbero essere alle porte di un nuovo lungo ciclo rialzista. La vera incognita resta il tempo visto che è difficile prevedere quando inizierà, ma i segnali che qualcosa stia cambiando sono sempre più evidenti.

METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED



LA LETTURA CONTINUA...