Dopo mesi di rialzi vertiginosi, il prezzo dell’antimonio ha subito un brusco calo di oltre il 22%, scendendo a 49.250 dollari per tonnellata a fine ottobre.
Il crollo è arrivato subito dopo l’annuncio del presidente statunitense Donald Trump, secondo cui la Cina avrebbe deciso di rinviare le restrizioni previste sull’export di terre rare. Il giorno successivo, la Casa Bianca ha confermato che Pechino avrebbe rilasciato licenze generali per l’esportazione di antimonio e altri minerali critici, allentando così la tensione sui mercati globali.
Dalla guerra in Ucraina alle munizioni: un metallo indispensabile
L’antimonio è anche una componente chiave nell’industria bellica. Ogni proiettile, ogni corazza d’artiglieria e ogni pezzo di equipaggiamento militare contiene tra il 2,5% e il 6,5% di questo metallo, utilizzato per indurire il piombo.
Con la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente e l’aumento della spesa militare globale, la domanda di antimonio è esplosa. Gli Stati Uniti, ad esempio, faticano a produrre nuove munizioni proprio per la scarsità di questo materiale critico. Non sorprende che le difficoltà ad armare l’Ucraina da parte dei paesi occidentali sia da ricondurre anche alle difficoltà di avere quantità sufficienti di antimonio per alimentare la macchina militare.
Il boom solare spinge la domanda
Ma l’antimonio non è soltanto armi. A guidare la corsa di questo metallo è soprattutto l’industria del fotovoltaico. L’antimonio, considerato strategico da Stati Uniti, Australia, Giappone e Canada, è diventato essenziale nella produzione di pannelli solari più leggeri ed efficienti. Infatti, migliora la qualità del vetro eliminando le micro-bolle, aumentando la trasparenza e consentendo una migliore gestione della luce ultravioletta.
Bastano circa 40 grammi di antimonio per ogni pannello — un costo di appena 3 o 4 dollari — per ottenere un incremento di efficienza tra il 2% e il 4%. Un miglioramento che, su scala industriale, può fare la differenza nella produzione energetica globale.
Batterie e antincendio: altri fronti di consumo
Anche nel settore energetico tradizionale e nella sicurezza civile l’antimonio svolge un ruolo cruciale. È utilizzato nelle batterie al piombo-acido per indurire le pareti interne e migliorarne la durata. Nonostante il mercato delle batterie riciclate riduca la domanda di materiale nuovo, l’espansione della mobilità elettrica continua a sostenerne l’impiego dal momento che ogni auto elettrica possiede anche una batteria al piombo dedicata ai sistemi ausiliari.
Inoltre, l’antimonio è da tempo impiegato come ritardante di fiamma nei tessuti ignifughi dei vigili del fuoco e nei liquidi colorati usati per contenere gli incendi boschivi.
Produzione in calo, domanda in aumento
Negli ultimi sette anni la domanda globale di antimonio è cresciuta di 40.000–60.000 tonnellate l’anno, mentre la produzione è diminuita di circa 60.000 tonnellate. Un divario che ha spinto i prezzi da 9.000 a quasi 60.000 dollari per tonnellata, prima del recente calo.
La combinazione di crescente domanda per energie rinnovabili, riarmo globale e difficoltà di approvvigionamento rende l’antimonio uno dei materiali più critici del prossimo decennio. Dietro pannelli solari e munizioni, si nasconde un metallo di cui il mondo non può più fare a meno.
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