Quando il mare costava 50 lire. Viaggio tra le vacanze di ieri e di oggi

Negli anni ’60 bastava una Fiat 500, qualche giorno libero e un panino fatto in casa per sentirsi in vacanza. Un viaggio tra le vacanze di ieri e quelle di oggi, tra nostalgia e rincari.

C’erano una volta le vacanze degli italiani. Si partiva con le valigie legate sul tetto della Fiat 500, la nonna sul sedile posteriore e il thermos del caffè saldo tra le mani di papà. Era l’estate degli anni ’60, e per la prima volta il Belpaese scopriva la libertà di staccare la spina e vedere il mare. Non era solo un viaggio: era un rito collettivo fatto di sabbia nei sandali, code in autostrada e ombrelloni affitto.

Erano pochi – appena il 20% della popolazione – a potersi permettere una vacanza con pernottamento. Ma quei pochi bastavano a riempire Rimini, Viareggio e Forte dei Marmi, dove il bagno si pagava e l’ingresso alla piscina di Roma costava 50 lire, mica poco. Il lusso? Un gelato, rigorosamente alla crema.

In treno o in macchina, le famiglie partivano all’alba, con pranzo al sacco e una voglia di mare che neanche tre giorni bastavano a spegnere. I più fortunati avevano prenotato una pensione spartana al mare (500–1.000 lire a notte), i bambini finivano nelle colonie marine e la villeggiatura diventava l’occasione per dire: “Siamo arrivati anche noi”.

Vacanze 2025: budget maxi e valigie leggere

Ritornando invece ai nostri tempi, estate 2025, ci ritroviamo con valigie smart, bambini che si annoiano se non c’è il Wi-Fi e le nonne che prenotano su Booking. Ma il desiderio di fuga è lo stesso. Quest’estate saranno 36,1 milioni gli italiani in movimento, soprattutto verso il mare, con un occhio al portafoglio e l’altro alle recensioni online.

La vacanza principale dura 10 giorni, ma il vero trend è lo “spezzatino turistico”: mini break da 4 giorni qua e là, tra borghi, città d’arte e agriturismi. La spesa? In media 1.170 euro a persona per tutta l’estate, con famiglie tipo che superano i 6.500 euro per una settimana al mare. Altro che panino con la frittata anni ’60!

Le sdraio e gli ombrelloni si prenotano online e costano mediamente 285 euro a settimana. Una cena al ristorante? Sui 270 euro per quattro persone. E se vuoi un’escursione? Prepara altri 100 euro a testa. La vacanza è diventata un investimento a tutti gli effetti, con prezzi più alti fino al 36% in certe località vip come la Sardegna o la Costiera Amalfitana.

Ieri e oggi: cronache di due Italie in vacanza

Ma ecco cosa è cambiato in 60 anni, attraverso alcuni indicatori, pur non sempre perfettamente omogenei tra le due epoche (fonti: Istat e Rai Teche):

IndicatoreAnni ’60Estate 2025
Popolazione in vacanza20%Oltre 60%
Durata media3–4 giorni10 giorni
Spesa pro capite500–1.000 lire al giornoCirca 888 euro (solo per la vacanza principale)
Costo spiaggia50–100 lire al giorno per l’ingresso allo stabilimento balneare285 euro per settimana (sdraio/ombrellone)
Meta più gettonataMareMare (24%), poi città d’arte e borghi
Mezzo di trasportoFiat 500, trenoAuto, treno, aereo (boom aeroporti)
Tipi di alloggioPensioni, colonie marineHotel (21%), B&B (17%), case in affitto

Da Rimini a Instagram, la vacanza italiana è diventata un’esperienza 4.0. Ma nel fondo di ogni trolley moderno vive ancora un po’ dello spirito degli anni ’60: la voglia di evasione, l’odore di crema solare, e quel “ciao, ci vediamo a settembre” che sa di libertà, ieri come oggi.

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