Una ventata di ottimismo per l’oro

I principali esperti del settore, riuniti a Vancouver, hanno manifestato un ottimismo che non si sentiva ormai da molto tempo.

Durante l’International Vancouver Resource Investment Conference, svoltasi a Vancouver (Canada) nel corso di questa settimana, si è respirato un pò di ottimismo sulle prospettive dell’oro e dei metalli preziosi in generale.

L’appuntamento canadese, che da 20 anni convoca i principali esperti del settore minerario e gli investitori in materie prime da tutto il mondo, è un occasione unica per capire l’aria che tira sul mercati dei metalli preziosi.

Ripensando a settembre 2011, quando l’oro aveva raggiunto il suo prezzo massimo, e ripensando alla brusca frenata dello scorso anno, gli occhi di tutti sono puntati sul 2015 per intravedere quali opportunità esistano sul mercato.

Il primo fattore incoraggiante per tutti gli investitori in oro è il fatto che sia molto improbabile una qualsiasi stretta monetaria da parte della Federal Reserve americana (FED) nel prossimo futuro. Cosa che naturalmente significa che, in termini reali, non sarà vantaggioso detenere metalli preziosi nel breve termine, ma che rappresenta un grosso rischio di inflazione in fondo alla strada. E quando ciò si verificherà, l’oro sarà il miglior ben rifugio per gli investitori.

Certamente, quando il dollaro cresce, i prezzi dell’oro vengono schiacciati verso il basso, così come avviene per la maggior parte delle materie prime. All’opposto, il nuovo allentamento monetario (Quantitative Easing) della Banca Centrale Europea (BCE) è un importante fattore rialzista per i prezzi dell’oro.

Inoltre, quando il mercato si renderà conto che investire in una valuta come il dollaro non è per nulla sicuro, la reazione più naturale sarà quella di trovare un riparo in beni come oro e argento.

Anche la recente decisione della Banca Nazionale Svizzera di rinunciare al controllo del tasso di cambio del franco svizzero, è un segno che viviamo in un mondo che non può essere previsto. La corsa a comprare franchi svizzeri è la manifestazione più evidente di una ricerca di sicurezza da parte degli investitori che temono, tra l’altro, le conseguenze della nuova politica di stampare moneta da parte della BCE.

I prossimi mesi ci diranno se tanto ottimismo sull’oro era giustificato e se i timori circa le prospettive del dollaro americano erano fondati o meno.

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