Da quando a maggio è stato annunciato che il fixing dell’argento sul mercato di Londra verrà sospeso fino al 14 agosto, la domanda che molti operatori si sono fatti è: “toccherà la stessa fine anche all’oro?”
Due mesi più tardi, questa domanda non ha ancora ricevuto risposta.
Tra gli osservatori di mercato esistono tre distinte correnti di pensiero riguardo a tutta la faccenda:
- il fixing dell’oro è da cambiare completamente;
- il fixing dell’oro è da modernizzare;
- il fixing dell’oro va bene così come è adesso.
La principale preoccupazione di chi vuole cambiare o modernizzare il fixing dell’oro è la trasparenza. Come sanno tutti quelli che seguono il mercato dell’oro e dell’argento, anche se non sono state raccolte prove evidenti di collusione tra le banche coinvolte nel fixing di oro e argento, la Financial Conduct Authority britannica ha ammesso che si sono verificate sul mercato delle manipolazioni dei prezzi.
Qualcuno ha proposto di utilizzare soluzioni alternative come quelle adottate per i prezzi dei futures statunitensi, oppure di creare una maggiore dipendenza dal Shanghai Gold Exchange o dal Dubai Gold & Commodities Exchange.
Tuttavia, sembra che la soluzione preferita dalla maggior parte dei partecipanti al mercato sia quella di una revisione del meccanismo di fixing, basata sul coinvolgimento di tutti gli operatori di mercato e su una maggiore trasparenza dei prezzi. Secondo questa ipotesi, il luogo deputato al fixing rimarrebbe Londra, come principale centro commerciale per l’oro di tutto il mondo.
Anche se ancora nessuno conosce come evolverà la vicenda, la maggior parte degli operatori esprime soddisfazione per l’avvio di un processo di revisione o di sostituzione di una istituzione come il fixing di Londra che in tutta evidenza non funzionava più, non tanto perché fosse datato o anacronistico, ma perché non riusciva a dare tutte le risposte che il mercato si attendeva.
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