Non è stato un settembre positivo per il mercato dei rottami non ferrosi. Poca disponibilità di materiale e prezzi scarsi a causa della domanda inesistente da parte degli utilizzatori finali. Un mese come settembre, storicamente contrassegnato dalla ripresa delle attività dopo le pause estive, quest’anno è stato deludente.
Il calo dei ferrosi e del rame hanno contagiato molti altri rottami che, secondo Assofermet, hanno segnato una flessione del 15% rispetto ai valori di fine luglio. Anche il rottame di ottone ha riportato un calo nei prezzi intorno al 5%.
Le fonderie di alluminio non hanno fame rottami
Il mercato dell’alluminio è debole, mentre la domanda da parte delle fonderie è scarsa. I prezzi sia dell’alluminio primario che secondario non sono certo d’aiuto visto che hanno subito un calo per la seconda settimana consecutiva.
In generale, i prezzi dei rottami di alluminio non hanno registrato diminuzioni drastiche ma, in molti casi, il problema principale è trovare qualche fonderia che sia disposta a ritirare un po’ di materiale. Sul mercato italiano i produttori di pani lamentano difficoltà nelle vendite che li ha spinti a contrarre la richiesta di rottame o a ridurre il prezzo di acquisto.
Da sottolineare che attualmente la correlazione tra i prezzi LME e quelli dei rottami è buona per l’alluminio secondario, ma è invece scarsa per quello primario.
Rottami di rame: male in Italia, meglio in Europa
Mentre il mercato LME del rame sta mostrando segni di ripresa dopo un inizio settembre debole, i prezzi dei rottami di rame sono diminuiti. Un fenomeno non tanto strano se si tiene in conto che la domanda degli utilizzatori sia di rame, ma anche di quelli di ottone, è straordinariamente scarsa in Italia.
Al contrario, sempre secondo Assofermet, in Europa la domanda di rottami di rame è più forte a causa della scarsità di materiale.
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