Il mercato dei diamanti è a corto di denaro

Come altri settori economici, anche quello dei diamanti sta soffrendo un grave problema di liquidità, che potrebbe portare a conseguenze assai negative per gli investitori. Ecco perchè …

Tutto il settore dei diamanti si trova a dover affrontare una questione chiave per il suo futuro: la mancanza di finanziamenti e, in ultima analisi, i problemi di approvvigionamento che conseguiranno alla mancanza di denaro.

La carenza di finanziamenti è diventato un problema per tutti gli operatori del settore, dai produttori ai commercianti, dai venditori al dettaglio ai tagliatori (“Il mercato dei diamanti nel 2015: aspettative e previsioni“).

Sono sempre più numerose le aziende che stanno riducendo la percentuale di acquisti di gemme che sono disposti a finanziare.

Per un investitore, tutto ciò potrebbe sembrare un problema poco importante, ma purtroppo non è così, soprattutto in una visione prospettica. Se i produttori di diamanti non sono in grado di prendere in prestito i soldi di cui hanno bisogno per comprare pietre grezze, avranno bisogno di aumentare le loro vendite di diamanti lavorati, cosa che spingerà verso il basso i prezzi delle gemme.

Il credito bancario è stato il protagonista del mercato dei diamanti durante l’anno appena trascorso.

Come spiegano gli analisti, se un dettagliante o un lucidatore di pietre preziose vede ridursi la propria liquidità disponibile, è costretto ad intervenire sul proprio magazzino di merce. Vendendo le proprie scorte potrà migliorare la liquidità, ma con un effetto a catena di aumentare l’offerta di diamanti lavorati sul mercato.

E gli effetti di una tale situazione si sono già manifestati. Nel 2014 i prezzi dei diamanti lucidati sono crollati, perdendo l’8,7% in un anno, di cui l’1,1% solo nel mese di dicembre. Il credito bancario è stato di fatto il protagonista assoluto del mercato dei diamanti durante l’anno appena trascorso.

Per gli operatori del settore non è una sorpresa che la soluzione alle difficoltà sia quella di aumentare la trasparenza del mercato, da sempre un punto critico di tutto il comparto.

Le banche sono disposte a concedere denaro ai buoni clienti, ma essere un buon cliente significa, tra le altre cose, avere tutta una serie di controlli sull’attività aziendale, una rendicontazione consolidata e una corporate governance totalmente trasparente.

Per molti operatori la strada sarà molto lunga e difficoltosa per arrivare a tale punto, ma sembra che sia arrivato il momento in cui non c’è altra scelta.

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