Fine dei dazi cinesi sulle terre rare

La nuova misura del governo cinese dovrebbe tranquillizzare i produttori mondiali dal rischio di una carenza di approvvigionamento di terre rare. Ma qualcuno teme che le cose stiano diversamente…

La Cina ha eliminato i dazi alle esportazioni di terre rare, tungsteno e molibdeno.

Il provvedimento, operativo dal 1 maggio, servirà ad aumentare la concorrenza sui mercati globali delle terre rare. Nel 2014, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) aveva condannato il paese, stabilendo che le restrizioni alle esportazioni di terre rare erano incompatibili con gli obblighi della Cina come membro del WTO.

La Cina produce oltre il 90% di tutte le terre rare del mondo anche se, dopo la condanna del WTO, il suo monopolio ha iniziato ad indebolirsi (“Il monopolio della Cina sulle terre rare è finito“).

La notizia che i dazi alle esportazioni saranno eliminati ha scatenato un’ondata di rialzi per le società quotate in borsa. Anche aziende al di fuori della Cina hanno visto i prezzi delle proprie azioni salire. L’australiana Alkane Resources ha guadagnato il 16%, l’americana US Rare Earths è cresciuta dell’11% e la Molycorp di quasi il 10%.

La notizia che i dazi alle esportazioni saranno eliminati scatenato un’ondata di rialzi per le società quotate in borsa

Tuttavia, secondo alcuni analisti, è ancora lontano il momento in cui la Cina non sarà più la dominatrice incontrastata del mercato delle terre rare. Un dominio che si esplicita soprattutto nelle grandi quantità di terre rare con cui viene rifornito il mercato interno.

Inoltre, le informazioni che arrivano dal governo cinese sono ancora poche e contraddittorie, tanto da far pensare che le limitazioni nell’approvvigionamento di questi metalli sul mercato internazionale non finiranno. La nuova situazione potrebbe portare ad una minore trasparenza e ad una incertezza ancora maggiore negli approvvigionamenti sul mercato internazionale.

Di parere opposto il Financial Times, che ha recentemente sottolineato come la fine dei dazi sulle esportazioni darà una spinta per ridurre la burocrazia e la corruzione nei dipartimenti governativi cinesi e nelle imprese di proprietà statale.

I prossimi mesi ci diranno se la ragione è dalla parte degli ottimisti o dei pessimisti.

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