Supermagneti al neodimio

Magneti con proprietà sorprendenti e da maneggiare con cura a causa di una potenza magnetica davvero super. Il loro segreto è il neodimio.

Il neodimio è un metallo appartenente al gruppo delle terre rare (lantanoidi). Venne scoperto nel 1855 da uno scienziato austriaco, il Barone Carl Auer von Welsbach, ma venne isolato in forma pura solo nel 1925.

Ma la scoperta che ha portato alla ribalta questo metallo raro è stata fatta nel 1982 dalla General Motors e dalla Sumitomo, che svilupparono la lega neodimio-ferro-boro (Nd2Fe14B) con capacità da super-magnete. Da allora troviamo questi super-magneti negli hard-disk dei computer, negli altoparlanti, negli auricolari, nei motori elettrici e in molti apparecchi medici.

I magneti al neodimio sono permanenti ed incredibilmente forti rispetto alle loro dimensioni. Un tale magnete è in grado di sostenere un peso 1.300 maggiore del suo stesso peso. Poichè il neodimio si ossida con il contatto con l’aria e in breve tempo si disintegra, i magneti al neodimio sono ricoperti da uno strato protettivo di nichel.

Da maneggiare con molta attenzione

Questi magneti sono così potenti che devono essere maneggiati con cura, mentre li si utilizza. L’attrazione che questi super-magenti esercitano su un oggetto metallico, possono provocare la rottura anche di una mano se questa si trova nel mezzo. Naturalmente, sono in grado di cancellare istantaneamente le informazioni contenute su carte di credito a bande magnetiche. Ma anche su supporti di memorizzazione elettronica o danneggiare televisori e monitor.

Attorno a questi supermagneti sono nate molte leggende metrolpolitane, la più curiosa delle quali riguarda l’impiego di tali magneti sulla benzina per migliorarne le prestazioni. Applicando magneti al neodimio sui tubi della benzina, si aumenterebbero la resa e le prestazioni di una moto, grazie alla miglior vaporizzazione e combustione della benzina.

Considerando che tale applicazione violerebbe il principio fisico della conservazione dell’energia, di cui non si conoscono eccezioni, lasciamo che le argomentazioni a sostegno della tesi rimangano nella leggenda.

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