Perché il prezzo del platino aumenta più velocemente dell’oro?

I prezzi del platino hanno raggiunto i massimi degli ultimi 11 anni. Il rally può durare o siamo di fronte ad una bolla speculativa?

Nel panorama dei metalli preziosi, l’attenzione globale si è spostata decisamente sul platino. Dopo anni all’ombra dell’oro, il metallo ha messo a segno un’incredibile rimonta nel 2025, registrando un’impennata superiore al 55% dall’inizio dell’anno e raggiungendo i 1.450 dollari l’oncia, il massimo da oltre un decennio.

Dietro questo rialzo esplosivo si cela una combinazione di fattori noti: scarsità dell’offerta, domanda in forte crescita e un’ondata speculativa che ha alimentato il momentum.

Il nodo sudafricano

Il cuore pulsante della produzione mondiale di platino, il Sudafrica, è anche il suo tallone d’Achille. Nel primo trimestre dell’anno, l’output sudafricano ha subito un calo del 12% rispetto al 2024, colpito duramente da blackout elettrici e tensioni sindacali che hanno frenato colossi minerari come Sibanye Stillwater e Anglo American Platinum.

A peggiorare il quadro, il riciclo di convertitori catalitici—una fonte cruciale di platino secondario—non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemici. Il risultato? Un mercato in tensione, con offerta sempre più incerta.

La Cina traina la domanda, mentre gli speculatori si sono gettati nella mischia

A far decollare il prezzo, però, è soprattutto la domanda. In Cina, il platino è diventato la nuova frontiera del lusso accessibile. Mentre l’oro raggiunge prezzi proibitivi, i consumatori stanno virando verso il platino per i propri acquisti di gioielli.

A Shenzhen, nel distretto di Shuibei, il 2025 ha già visto l’apertura di dieci nuovi showroom specializzati, segnando una netta inversione di tendenza. Secondo il World Platinum Investment Council, il dinamismo del mercato cinese rappresenta il principale motore dell’attuale rally.

Come spesso accade in fase di forte rialzo, gli investitori non sono rimasti a guardare. I fondi ETF dedicati al platino, come l’abrdn Physical Platinum Shares ETF, hanno visto afflussi record, superando 1,5 miliardi di dollari in asset.

Tuttavia, la rapidità dell’aumento solleva dubbi sulla tenuta del trend. Il metallo viene scambiato ora a oltre il 30% sopra la propria media mobile a 50 giorni, un livello di ipercomprato raramente visto e già fatale nel 2008, quando il platino crollò dopo aver toccato i 2.200 dollari l’oncia.

Meglio non dimenticare la lezione del passato

Il paragone con il 2008 è inevitabile. Anche allora, una tempesta perfetta di offerta ridotta, domanda industriale e fervore speculativo portò il platino alle stelle. Ma bastò un’inversione di sentiment per farlo precipitare.

Secondo gli analisti di Bespoke Investment Group, l’attuale rally ha tutte le caratteristiche di un movimento guidato dal momentum, con i rischi che ne conseguono. Se la domanda cinese dovesse rallentare, o se il riciclo dovesse ripartire, il mercato potrebbe ricalibrarsi rapidamente. Come sottolineano diversi analisti, gran parte degli elementi positivi sono già prezzati.

Ecco perché cresce tra gli operatori la domanda cruciale: è ancora tempo di investire in platino o siamo di fronte a un’altra bolla pronta a scoppiare?

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