Il 2025 passerà alla storia come uno degli anni più redditizi per il trading mondiale dei metalli. Dopo un lungo periodo di domanda incerta e prezzi altalenanti, le grandi società di trading stanno registrando guadagni mai visti prima. Un’esplosione di opportunità, nata da turbolenze nell’offerta globale e da improvvisi rialzi dei prezzi, ha trasformato il settore in un terreno di conquista per i giganti delle materie prime.
Glencore e Trafigura, leader indiscussi del mercato, si avviano verso l’anno migliore di sempre, mentre IXM — il terzo maggiore operatore al mondo — ha già superato i profitti dell’anno precedente, centrando un record per il terzo anno consecutivo.
I big dell’energia scoprono i metalli
Il boom dei metalli ha attirato nuovi protagonisti come i grandi trader dell’energia. Aziende come Mercuria, Vitol e Gunvor hanno deciso di espandersi in un comparto ormai considerato strategico dai governi e vitale per la transizione energetica. Tra questi, Mercuria si distingue per la crescita più aggressiva, con profitti da circa 300 milioni di dollari solo nei primi mesi del 2025.
Tuttavia, non tutti hanno saputo cavalcare il nuovo ciclo con lo stesso successo. Vitol e Gunvor, più prudenti nell’ingresso nel settore, hanno raccolto risultati modesti, frenati da eventi politici imprevedibili e da un mercato estremamente competitivo.
L’effetto Trump e le distorsioni del rame
Una delle più grandi opportunità speculative dell’anno è arrivata dagli Stati Uniti. Le minacce di dazi sull’importazione di rame raffinato, mai effettivamente imposti, hanno creato un’enorme differenza di prezzo tra il mercato americano e il resto del mondo. I trader più veloci hanno potuto sfruttare l’arbitraggio, spedendo metallo verso gli Stati Uniti e garantendosi margini elevatissimi.
Anche i minerali grezzi — rame, piombo e zinco — hanno vissuto forti aumenti di prezzo a causa dell’espansione della capacità di raffinazione e della scarsità di nuove miniere. Condizioni ideali per chi opera con contratti di fornitura a lungo termine.
Parallelamente, l’impennata di oro e argento ha offerto ulteriori guadagni ai trader, spesso esposti a questi metalli come sottoprodotti delle materie prime industriali. Alcune società hanno addirittura creato divisioni dedicate ai metalli preziosi per sfruttare appieno la fase rialzista.
Profitti record e caccia ai talenti
Glencore, che nei primi sei mesi dell’anno ha riportato utili operativi di 1,57 miliardi di dollari, ha mantenuto lo stesso passo anche nella seconda parte del 2025. Trafigura, dal canto suo, ha chiuso l’anno finanziario a settembre con profitti record nel comparto dei metalli non ferrosi.
L’euforia del settore ha acceso anche una vera e propria corsa ai talenti. Mercuria, in poco più di dodici mesi, ha messo insieme un team di circa 150 professionisti. E nuove realtà — come BGN Group o la divisione trading di Aramco — stanno reclutando specialisti per entrare nel gioco.
Un mercato che non perdona
Nonostante la festa dei profitti, il mondo del trading di metalli resta spietato. Gunvor, ancora in fase di costruzione della propria divisione, riconosce di muoversi più lentamente rispetto ai concorrenti.
Eppure, chi ha saputo resistere ai periodi difficili del 2023 e del 2024 ora raccoglie i frutti di un ciclo eccezionale. Dopo anni di volatilità e margini ridotti, il 2025 ha riportato i metalli al centro della scena mondiale e i loro trader in cima alla catena del profitto globale.
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