L’esercito degli Stati Uniti ha annunciato un piano senza precedenti riguardo all’acquisto di almeno un milione di droni nei prossimi due o tre anni, con l’obiettivo di poter produrne tra mezzo milione e diversi milioni all’anno in futuro. L’ambiziosa iniziativa, illustrata dal Segretario dell’Esercito Daniel Driscoll in un’intervista a Reuters, segna una svolta nella visione strategica del Pentagono, che intende trasformare i droni da strumenti di élite a vere e proprie munizioni consumabili.
La lezione dal conflitto in Ucraina
La decisione americana arriva dopo un’attenta analisi del conflitto tra Russia e Ucraina, dove i droni si sono rivelati armi decisive. Aerei tradizionali e mezzi corazzati sono stati spesso sostituiti da piccoli velivoli economici, capaci di compiere missioni di ricognizione o di attacco con un’efficacia e una frequenza mai viste prima.
Driscoll ha sottolineato come Russia e Ucraina producano già circa quattro milioni di droni all’anno, mentre la Cina sarebbe in grado di superare ampiamente tali volumi. Per gli Stati Uniti, il vero obiettivo è quindi colmare un divario industriale e strategico che rischia di lasciare Washington indietro in un settore cruciale della guerra moderna.
Verso un’industria nazionale dei droni
Il piano del Pentagono non si limita all’acquisto di velivoli ma mira anche a stimolare la produzione domestica di componenti chiave (motori brushless, sensori, batterie e circuiti). oggi quasi interamente in mano alla Cina. Un disegno di legge in discussione al Congresso americano prevede la costruzione di un impianto in Texas capace di produrre fino a un milione di droni all’anno, anche se Driscoll preferisce decentralizzare la produzione, distribuendo i fondi su più aziende, anche civili.
Il Pentagono sta cercando di lasciarsi alle spalle anni di risultati incerti nel campo dei droni. Dopo l’annuncio, nel 2023, dell’iniziativa Replicator”, un programma per schierare migliaia di droni autonomi entro il 2025, mancano ancora aggiornamenti concreti. Il segretario alla difesa ha recentemente eliminato alcune restrizioni normative che avevano rallentato la produzione, mentre l’unità DOGE del Dipartimento della Difesa è ora impegnata nell’acquisizione di decine di migliaia di droni a basso costo.
La guerra del futuro è già iniziata
La corsa americana ai droni rappresenta molto più di un aggiornamento tecnologico. Si tratta di una ridefinizione della dottrina militare. Droni economici, prodotti in massa e facilmente sostituibili, promettono di cambiare la logica del campo di battaglia.
“I droni sono il futuro della guerra,” ha dichiarato Driscoll, “e dobbiamo investire tanto nelle capacità offensive quanto in quelle difensive.” Una frase che sintetizza la nuova era della potenza militare, non più dominata da pochi mezzi sofisticati, ma da sciami di macchine economiche e intelligenti, destinate a riscrivere le regole del conflitto moderno.
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