È destinata alla morte l’industria siderurgica del Regno Unito?

L’Unione Europea prepara nuovi dazi sull’acciaio per proteggere il proprio mercato, ma la misura rischia di travolgere l’industria siderurgica britannica.

L’Unione Europea ha annunciato un piano per dimezzare le importazioni di acciaio e introdurre dazi del 50% su tutto ciò che supera la nuova quota. Una misura pensata per proteggere il mercato continentale dal rischio di un’ondata di acciaio in eccesso, dopo che gli Stati Uniti di Donald Trump hanno imposto pesanti dazi sulle importazioni americane.

Tuttavia, la decisione rischia di colpire duramente proprio uno dei principali partner commerciali del blocco: il Regno Unito.

L’industria britannica dell’acciaio è sull’orlo del collasso

Le esportazioni britanniche di acciaio verso l’Europa valgono quasi 3 miliardi di sterline l’anno, rappresentando il cuore del settore siderurgico nazionale. Ma un mix di fattori avversi, dai costi energetici proibitivi ai dazi internazionali, ha già messo l’industria in ginocchio.

I costi dell’energia nel Regno Unito sono oggi il doppio rispetto a quelli francesi e quattro volte superiori a quelli americani. A questo si aggiungono le imposte ambientali e i target green che pesano sulle aziende già fragili. La situazione è degenerata a tal punto che il governo è stato costretto a nazionalizzare parte del comparto e gli impianti di British Steel a Scunthorpe sono passati sotto controllo statale, così come quelli di Liberty Steel a Rotherham e Stocksbridge, entrati in amministrazione controllata.

Secondo Gareth Stace, direttore generale dell’associazione UK Steel, il settore sta affrontando “la più grande crisi della sua storia”. Una dichiarazione che riflette la gravità del disastro industriale in corso.

Le opzioni (limitate) del governo britannico

Il governo potrebbe tentare di reagire con misure d’emergenza come accordi commerciali temporanei, prestiti agevolati o persino minacce di dazi di ritorsione contro l’Unione Europea. Tuttavia, la forza contrattuale del Regno Unito è oggi minima e Bruxelles difficilmente presterà attenzione alle rivendicazioni di un mercato ormai marginale a livello industriale.

Anche eventuali aiuti pubblici, in un contesto di bilancio già teso, avrebbero solo un effetto palliativo. Trovare nuovi acquirenti per gli impianti statali appare poco realistico, mentre continuare a sovvenzionare un settore non competitivo significherebbe solo rinviare l’inevitabile.

Un fallimento di lungo periodo

La crisi attuale non nasce dal nulla. È il risultato di decenni di politiche industriali incoerenti, che hanno ignorato l’impatto dei costi energetici e delle scelte ambientali sulla competitività globale del settore. Le ambizioni verdi non accompagnate da una strategia di compensazione dei costi hanno contribuito ad affondare un comparto già fragile.

Oggi la verità è amara anche se pochi hanno il coraggio di evidenziarla. L’industria siderurgica britannica non è più in grado di competere. Ogni piano di salvataggio rischia di trasformarsi in uno spreco di denaro pubblico. Piuttosto che tentare l’impossibile, il Regno Unito dovrebbe concentrare le proprie risorse nel ridurre i costi energetici e rilanciare settori più sostenibili e innovativi.

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È destinata alla morte l’industria siderurgica del Regno Unito? was last modified: Ottobre 10th, 2025 by Redazione