La transizione siderurgica verso gli EAF sarà difficile e turbolenta

Se ne discute ormai da molti mesi e, più passa il tempo, più diventa evidente che la transizione siderurgica che dovrà portare all'allinemento alle nuove normative ambientali e alla necessità di sostenibilità sarà turbolenta. Questo passaggio dalle operazioni tradizionali basate sugli altiforni (BF) ai metodi basati sui forni elettrici ad arco (EAF) segna un cambiamento epocale nella produzione di acciaio in Europa, con l'obbiettivo di allinearsi agli ambiziosi obiettivi climatici dell'Unione Europea (UE). Serviranno sempre più rottami Il Green Deal europeo ha l’obiettivo di far sì che la UE diventi carbon neutral entro il 2050, spingendo i produttori di acciaio verso pratiche più sostenibili, incoraggiando l’uso di rottami. Intanto, le tasse sul carbonio e le normative ambientali rendono più costosa l’emissione di carbonio, incentivando le aziende a passare a metodi di produzione dell’acciaio più puliti. La tecnologia BF, che utilizza coke e carbone per fondere il minerale di ferro, è ad alta intensità energetica e produce significative emissioni di carbonio. Gli EAF, dal canto loro, utilizzano rottami ed elettricità, riducendo il consumo di energia e le emissioni. L’introduzione di tasse sul carbonio in tutta Europa ha aggiunto una dimensione finanziaria all’imperativo ambientale, rendendo la transizione alla tecnologia EAF non solo un must ambientale, ma anche economico. Queste tasse sono infatti destinate ad avere un profondo impatto su tutta l'industria siderurgica, alterando la struttura dei costi e influenzando le decisioni di produzione. ArcelorMittal (gigante dell'acciaio con sede in Lussemburgo) e Thyssenkrupp (con sede in Germania), sono tra i pionieri in questo cambiamento e le loro mosse stanno incoraggiando altri a pianificare una transizione simile. Entro il 2030, anche Tata Steel, che ha sede in India, prevede di gestire un’unità di ferro a riduzione diretta (DRI) e un EAF, con l’obiettivo di eliminare gradualmente tutti gli impianti di BF e coke entro il 2037. Passare alla produzione EAF è costoso e comporta pesanti adeguamenti tecnici Questo spostamento collettivo verso la tecnologia EAF e la produzione di acciaio verde evidenzia come la siderurgia si sia mossa proattivamente per dare la sua risposta alle sfide globali del cambiamento climatico. Tuttavia, la transizione alla produzione di acciaio basata su EAF, dati i tempi ristretti, è costosa e comprende pesanti adeguamenti tecnici. Inoltre, gli EAF richiedono più elettricità di quanto non venisse stimato inizialmente e le stime più recenti indicano in Europa un totale di circa 400 trilioni di wattora di energia priva di CO2 all’anno. Inoltre, il fabbisogno energetico e i costi delle materie prime come i rottami ferrosi potrebbero aumentare i costi operativi per i produttori di acciaio dal 10 al 35%. 3 sfide e molte turbolenze Secondo una studio del 2021 di McKinsey, il settore siderurgico europeo dovrà affrontare 3 sfide nel suo percorso verso la decarbonizzazione: l’eccesso di capacità strutturale, l’aumento dei costi della CO2 (tra 50 e 100 euro per tonnellata entro il 2030) e grossi investimenti nella decarbonizzazione che potrebbero richiedere fino a 100 miliardi di euro entro il 2050. Quasi superfluo aggiungere che la strada è decisamente impegnativa e potrebbe rivelarsi anche più difficile e imprevedibile di quanto possa sembrare. Certamente, sarà una transizione durante la quale non mancheranno soprattutto grandi turbolenze! METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED