Se ancora qualcuno non conosce lo Yunnan, ricordiamo che questa provincia rappresenta circa il 12% della capacità produttiva di alluminio della Cina e, nel 2022, ha prodotto ben 4,2 milioni di tonnellate di metallo. In pratica, produce tanto metallo quanto tutte le fonderie del Nord America e dell’America Latina messe insieme.
Con questi numeri è facile capire perché quando ci sono guai nello Yunnan è assai probabile che anche il mercato globale ne risenta, soprattutto in un momento particolarmente critico per l’offerta di alluminio in tutto il mondo.
La produzione di alluminio extra-Cina è stabile
Anche se gli ultimi dati dell’International Aluminium Institute (IAI) rilevano che la produzione globale di alluminio primario è cresciuta del 2% su base annua (16,9 milioni di tonnellate) nei primi tre mesi del 2023, la produzione al di fuori della Cina è stabile, con grandi incertezze nel panorama produttivo globale.
In Europa occidentale, la produzione del primo trimestre è diminuita del 10% rispetto allo scorso anno. Gli alti prezzi dell’energia hanno costretto molte fonderie a fermarsi nell’ultimo anno e le attività sono scese ai minimi pluriennali di 2,7 milioni di tonnellate.
Tutti nello Yunnan per produrre alluminio verde
Ma torniamo allo Yunnan, dove lo scorso anno la produzione di alluminio era aumentata del 37% rispetto al 2021, raggiungendo come detto i 4,2 milioni di tonnellate. Attualmente, con le precipitazioni insolitamente basse (è la peggiore siccità degli ultimi decenni) che hanno ridotto la produzione di energia idroelettrica, circa 2 milioni di tonnellate di capacità sono state tagliate. Secondo Shanghai Metals Market, si tratta di una cifra che rappresenta il 20% del capacità totale dello Yunnan.
Lo Yunnan si è affermato come centro produttivo di alluminio poiché molti operatori cinesi vi si sono trasferiti dalle province alimentate a carbone, nel tentativo di produrre alluminio verde a basse emissioni di carbonio utilizzando l’energia idroelettrica.
Ecco perché la produzione cinese di alluminio è adesso totalmente dipendente dalle condizioni meteorologiche in questa area del paese. E, come accennato, la dipendenza dal meteo di un mercato così importante come quello cinese significa anche una dipendenza del mercato globale.
Tutto dipende dalla stagione delle piogge, prezzi compresi
Il passaggio all’alluminio verde sta comportando una stagionalità nella produzione. Quando piove c’è energia per produrre, ma durante la stagione secca l’offerta entra in crisi. Esattamente il contrario di come è sempre stato il processo di fusione dell’alluminio e cioè sicuro e del tutto prevedibile.
Questa nuova stagionalità comporta una maggiore volatilità dei prezzi che diventano sempre più dipendenti dall’andamento delle precipitazioni nella Cina meridionale.
La transizione verso l’energia verde nel settore dell’alluminio ci sta insegnando qualcosa che pochi avevano previsto.
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