Previsioni 2026 per l’acciaio a livello globale: Fitch Ratings è neutro

Il settore siderurgico globale si avvia verso il 2026 con un atteggiamento di cauto ottimismo. Secondo Fitch Ratings, le prospettive restano “neutrali”, riflettendo un equilibrio delicato tra segnali di ripresa della domanda e un contesto ancora segnato da incertezze geopolitiche e commerciali. Dopo anni di forte volatilità, i mercati sembrano aver assorbito gran parte degli sconvolgimenti legati alle tensioni sul commercio internazionale, aprendo la strada a una crescita moderata ma più stabile. Nel complesso, il 2026 dovrebbe dimostrarsi come un anno di transizione per l’acciaio globale: niente boom, ma nemmeno crisi, bensì una lenta normalizzazione in un contesto più regolato e meno esposto agli shock estremi del recente passato. Una ripresa graduale della domanda globale La domanda mondiale di acciaio dovrebbe tornare a crescere, seppur a ritmi contenuti. La previsione è di un incremento a una sola cifra percentuale, sostenuto da politiche monetarie meno restrittive, dal rilancio degli investimenti infrastrutturali e da un progressivo recupero delle attività edilizie. In questo scenario, il calo della produzione e dei consumi in Cina non rappresenterebbe un freno decisivo poiché le economie emergenti e alcuni mercati maturi sono pronti a compensare questa flessione con dinamiche più positive. Protezionismo e margini: un nuovo equilibrio L’aumento delle misure protezionistiche, spesso visto come un ostacolo alla crescita globale, potrebbe invece giocare un ruolo di sostegno per i produttori locali. Queste politiche tendono a favorire un maggiore utilizzo delle capacità produttive domestiche e a rafforzare i margini, limitando la concorrenza delle importazioni a basso costo. Tuttavia, Fitch avverte che i rischi non sono scomparsi visto che le tensioni geopolitiche, la debolezza di alcuni comparti manifatturieri e il permanere di dispute commerciali restano fattori da monitorare attentamente. Europa: tra regolazione e investimenti Nel Vecchio Continente, il quadro normativo gioca un ruolo chiave. Quote più stringenti, meccanismi tariffari e l’implementazione del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) sono destinati a sostenere i margini delle acciaierie europee. A questo si aggiunge un aumento della spesa per infrastrutture e difesa, che potrebbe favorire una ripresa della domanda dopo una fase di debolezza. Va anche considerato che la produzione di acciaio della UE potrebbe aumentare del 13-14% nel 2026 per soddisfare il fabbisogno aggiuntivo dovuto alla riduzione delle importazioni (alcuni analisti stimano la diminuzione dell'import UE nel 40-50% su base annua). Cina con meno volumi ma più efficienza. India ancora in crescita sostenuta Il caso della Cina rimane centrale per gli equilibri del settore. Dopo aver toccato i minimi nel 2024, i margini dei produttori di acciaio sono migliorati nel 2025 e dovrebbero continuare su questa traiettoria anche nel 2026. Il rafforzamento deriva soprattutto da una maggiore efficienza operativa e dalla riduzione dei costi. Allo stesso tempo, la produzione nazionale è attesa in lieve calo, complice un controllo più stringente sull’offerta e barriere commerciali più severe. Le esportazioni dovrebbero diminuire solo gradualmente, evitando scossoni improvvisi sui mercati internazionali. L’India continua a rappresentare uno dei motori più dinamici della domanda di acciaio. Pur con un leggero rallentamento rispetto agli anni precedenti, il consumo dovrebbe mantenersi su tassi di crescita elevati. Una minore pressione delle importazioni contribuirà a migliorare la redditività dei produttori locali, rafforzando ulteriormente la posizione del paese nel panorama siderurgico globale. Stati Uniti e Brasile: segnali di consolidamento Negli Stati Uniti, un contesto di tassi in discesa, investimenti infrastrutturali e importazioni limitate dovrebbe contribuire a migliorare i margini dei produttori, ancora sotto pressione per alcune aziende nonostante l’inasprimento dei dazi. In Brasile, invece, la ripresa appare più graduale ma sostenuta da settori chiave come edilizia civile, agricoltura e automotive, con un possibile ulteriore impulso da nuovi programmi infrastrutturali. METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED