Impianti fermi e CBAM in arrivo: tensioni sui prezzi dell’acciaio UE

Il mercato siderurgico europeo si trova di fronte ad un nuovo rallentamento dell’offerta, causato da una serie di incendi che, in ottobre, hanno costretto diversi impianti a fermare la produzione. Una situazione che, unita alle tensioni legate all’arrivo delle imposte del meccanismo CBAM e alle misure di salvaguardia della UE, sta sostenendo i prezzi, riportando un cauto ottimismo tra gli operatori. Secondo le rilevazioni mensili del MEPS, società leader nell'analisi del mercato dell'acciaio, i prodotti piani hanno registrato aumenti in tutti i principali mercati europei. L’incertezza sulle importazioni – destinate a diventare più costose e difficili da programmare con l’entrata in vigore delle nuove regole – sta spingendo molti acquirenti a orientarsi nuovamente sul materiale domestico, proprio mentre l’offerta interna si riduce. ArcelorMittal e Thyssenkrupp: gli incendi rallentano la produzione L’8 ottobre, un incendio al sito ArcelorMittal di Fos-sur-Mer ha messo fuori uso l’altoforno n. 2 e la relativa acciaieria, fermando la produzione di coils fino almeno alla metà di dicembre. In Francia, gli acquirenti segnalano difficoltà soprattutto per i coils larghi due metri, tra i prodotti più richiesti. Pochi giorni dopo, un altro incendio ha colpito il nuovo laminatoio a caldo n. 4 di Thyssenkrupp Steel a Duisburg, inaugurato da pochi mesi. Pur trattandosi di un impianto in fase di avviamento, il gruppo ha deciso di fermare temporaneamente anche l’altoforno n. 9, in linea con il programma di riduzione produttiva annuale avviato nel 2024 per via della domanda debole. Pressione sui coils laminati a freddo dopo lo stop di Marcegaglia Anche in Italia si è verificato un nuovo incidente: un incendio al sito Marcegaglia di Ravenna ha costretto alla sospensione di uno dei tre laminatoi a freddo. Lo stop, stimato in alcune settimane, arriva in un momento in cui l’offerta europea di coils laminati a freddo è già limitata da vincoli commerciali e dalla scelta degli operatori di concentrarsi sul materiale zincato. Nel Sud Europa, i tempi di consegna dei coils laminati a freddo arrivano ora fino a marzo, mentre l’effetto combinato delle quote di salvaguardia e delle indagini antidumping su diversi paesi asiatici sta riducendo ulteriormente la disponibilità di prodotto. Sempre in Italia, un incendio avvenuto il 29 ottobre nello stabilimento Ferriere Nord del Gruppo Pittini, a Osoppo, ha bloccato temporaneamente la produzione di tondo per cemento armato e vergella. In questo caso l’attività è ripartita nel giro di una settimana, grazie anche all’utilizzo di billette acquistate e al supporto dello stabilimento di Verona. Nonostante l’impatto limitato, l’Italia è risultata l’unico mercato monitorato dal MEPS a registrare aumenti di prezzo sia nella fascia minima che in quella massima. Capacità inutilizzata e prospettive dei prezzi Nonostante i recenti stop, la capacità produttiva europea resta ampiamente sottoutilizzata. Secondo gli operatori, i tassi di utilizzo si aggirano attorno al 60-65%, con oltre nove milioni di tonnellate ferme. Un dato che riflette la debolezza della domanda da parte dei principali settori industriali, in particolare edilizia e automotive. I prezzi dei prodotti piani, tuttavia, mostrano segnali di rialzo e potrebbero continuare a crescere fino alla metà del 2026, spinti soprattutto dal nuovo quadro CBAM e dalle incertezze relative alle importazioni. Senza una ripresa reale dei consumi industriali, però, gli analisti concordano sul fatto che l’aumento dei prezzi sarà graduale e che gli impianti difficilmente riusciranno a tornare, nel medio termine, a tassi di utilizzo prossimi all’80%. METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED