In discesa i prezzi dei rottami ferrosi. Mercato europeo e italiano sotto pressione

Il mese che sta concludendosi ha confermato un momento sfavorevole per i prezzi dei rottami ferrosi a livello internazionale, con i mercati europei particolarmente in difficoltà, mentre le prossime settimane saranno decisive per capire se l’autunno porterà a una stabilizzazione o se il mercato dei continuerà a viaggiare in un clima di forte volatilità. I commercianti di rottame, soprattutto quelli piccole e medie dimensioni, cercavano di vendere le loro eccedenze, anche a prezzi più bassi. Inoltre, come accennato, la situazione è aggravata dalla riduzione delle importazioni turche, che ha portato a un accumulo di materiale in Europa e a una maggiore concorrenza tra i fornitori. In Italia prezzi in discesa In Italia, il rottame da demolizione è sceso a 295 euro per tonnellata, mentre in Germania il prezzo e sceso a 280 euro per tonnellata (franco fabbrica). A complicare le cose, l'eccesso di offerta, soprattutto in Francia e Germania, oltre alla debole domanda di prodotti lunghi e billette, sta penalizzando il mercato. Per quanto riguarda i produttori di acciaio, in Spagna e Francia si sono accumulate elevate scorte di prodotti finiti, mentre in Germania alcuni stabilimenti hanno ridotto la produzione a causa della debolezza degli ordini, con conseguente calo della domanda interna di rottami. Le previsioni? In assenza di una ripresa del settore edile e di una ripresa della domanda da parte della Turchia, è possibile che i prezzi europei continuino a scendere anche se sono improbabili eccessive riduzioni dei prezzi, dal momento che alcuni venditori stanno iniziando a limitare ile vendite nella speranza di una stabilizzazione nel tardo autunno. Il mercato in Turchia, Cina e Stati Uniti Il mercato turco ha vissuto un settembre caratterizzato da forti oscillazioni. Dopo un inizio mese debole, con i prezzi in calo per effetto delle difficoltà delle acciaierie, la seconda parte del mese ha sorpreso gli operatori con un inatteso rimbalzo. La domanda proveniente dall’Egitto, spinta da nuovi dazi sulle billette, e una maggiore determinazione dei fornitori europei hanno permesso un parziale recupero dei prezzi. Tuttavia, le prospettive restano incerte: la debolezza della domanda di acciaio e i problemi finanziari interni delle acciaierie non consentono di parlare di un vero consolidamento. Diversa la situazione in Cina, dove il mercato interno ha registrato un lieve incremento dei prezzi grazie alla scarsità di rottame spot, mentre le importazioni hanno continuato a perdere attrattiva. Il materiale giapponese, pur disponibile, risulta meno competitivo rispetto all’offerta locale. Nonostante il miglioramento di fine mese, il settore resta condizionato dalla debole domanda di acciaio, che limita la possibilità di ulteriori rialzi. Negli Stati Uniti il trend ribassista prosegue ormai da tre mesi. La pressione deriva principalmente dalla debolezza dei coil laminati a caldo, che ha ridotto la disponibilità dei produttori a pagare prezzi elevati per il rottame. L’export non ha offerto sostegno, complice il rallentamento degli acquisti da parte di Taiwan e Turchia e l’aumento delle importazioni di rottame canadese. Gli analisti prevedono ulteriori cali a ottobre, con ribassi stimati tra 10 e 20 dollari a tonnellata. METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED